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TT San Polo, il codice federale 1111 è stato auspicio di successi

TT San Polo, il codice federale 1111 è stato auspicio di successi

Il nome è cambiato più volte, il codice federale assegnato in sede di affiliazione, con delibera del 28 novembre 1987, è invece rimasto 1111, un numero che ha portato fortuna al Tennistavolo San Polo, che si è costruito una posizione di società di vertice. Alle origini si chiamava SS TT Colorno e il primo presidente fu Alessandro Sernesi, che ancora guida l’associazione.

Ciao Alessandro, iniziò tutto da un gruppetto di ragazzi con un grande sogno?

«In realtà l’unico sogno di quel periodo era quello di giocare. I miei amici Alessandro Fragni, Cesare Cantoni e Andrea Cremonesi frequentavano l’oratorio di Colorno, cittadina dove vivo anch’io, e avevano partecipato per due anni al campionato provinciale del Centro Sportivo Italiano. Si allenavano sotto il portico della Parrocchia e, per disputare le partite, traferivano il tavolo all’interno del cinema Juventus, che era nella piazza adiacente. Avendo vinto entrambi i campionati, si erano riproposti di alzare un po’ il livello della competizione. Bisognava partire da una nuova sede. Io li seguivo un po’ dall’esterno e mi hanno coinvolto quando si è trattato di fare domanda al preside per avere la palestra scolastica comunale. Lì abbiamo svolto gli allenamenti e le partite nelle prime due stagioni».

Poi dove vi siete trasferiti?

«Il Cral Farnese aveva come attività principale le bocce, però era interessato a incrementare la presenza giovanile nel circolo. Ci contattò offrendoci la possibilità di tenere un tavolo fisso in una sala al piano terra e di montarne e smontarne un secondo al piano di sopra. Abbiamo ottenuto tre promozioni consecutive, arrivando in serie C nazionale e siamo stati costretti, per rispettare le misure regolamentari, a giocare gli incontri all’interno del bocciodromo, con i vecchietti che ogni volta ci smontavano il bordo in legno di uno dei loro campi e noi che stendevamo i rotoli di moquette».

Chi difendeva i vostri colori in C?

«Inizio con il dire che il primo salto di categoria è stato a mio parere decisivo, perché senza quella partenza forse non ci sarebbe stato neppure il resto. I miei amici, presero contatto con degli atleti più forti di Casalmaggiore, che vennero da noi. Il primo anno giocarono Claudio Binotti, Andrea Lodi Rizzini, Vito Donvito, Fragni e Cremonesi. Dopo esserci aggiudicati il girone, siamo andati a fare gli spareggi a Bologna contro l’allora Edera Forlì e il Dopolavoro Postelegrafonici e abbiamo vinto i due match tiratissimi per 5-4. Siamo saliti dalla promozione alla D2, prendendo lo slancio per le imprese successive. Abbiamo esordito in C, nella stagione 1990/1991, con Paolo Bernuzzi, un ex terza categoria che giocava a Parma, che ci sensibilizzò sull’importanza di svolgere allenamenti più strutturati, avere una sede fissa e creare un settore giovanile, Gaetano Maluberti e Ferdinando Rossi, che, assieme a Stefano Gaiani, rappresenta un po’ la nostra bandiera ed è sempre rimasto tesserato con noi».

Nel 1993 avete di nuovo cambiato casa?

«II movimento era in costante crescita e accanto alla prima squadra cominciavano a prendere vita altre compagini minori. Nel maggio 1993, il Circolo R.C.S. (Ricreativo Culturale Sportivo) guidato dal presidente Daniele Ghillani e dal segretario Maurizio Piazza. ci ha contattato e si è perfezionato lo storico accordo per il passaggio da Colorno a San Polo di Torrile. Il Circolo si è poi chiamato R.C.S.D, per la riforma delle società dilettantistiche. Siamo rimasti lì per 15 anni e in quel periodo non ero ufficialmente presidente, ma ne svolgevo le mansioni, avendo carta bianca da parte del direttivo».

Siete arrivati anche in B2?

«Nel 1999/2000 Rossi, Giovanni Gianeri, proveniente da Pieve Emanuele, e Angelo Chiocchetti hanno vinto la C1 e in B2 a loro si è aggiunto l’altro milanese Dario Fava. Il primo anno siamo retrocessi e siamo stati ripescati, il secondo siamo scesi in C1, dove siamo rimasti per quattro anni. Nel 2005/2006 ci hanno riportati in B2 Fava, Alessandro Redaelli e Giandomenico Mittica, che è stato il primo terza categoria che abbiamo cresciuto, cui ha fatto seguito Lorenzo Maccanelli. In B2 abbiamo preso Maurizio Raspi, il primo seconda categoria che abbiamo avuto nelle nostre fila, assieme ad Antonio Arisi».

Nel 2008 è avvenuto un significativo cambiamento societario.

«Quando è diventato presidente Antonio Pelligra il Circolo R.C.S.D. h abbandonato la pratica sportiva, mantenendo solo la vocazione culturale e promozionale. Ci siamo dunque staccati e abbiamo fondato l’ASD Tennistavolo San Polo, mantenendo lo stesso numero di affiliazione. Nel 2009/2010 siamo stati promossi in B1 con Emmanuele Delsante, Juri Silvestri e Simone Pippo. Nel 2016/2017 abbiamo scalato ancora un gradino, con Delsante, Alessandro Guarrnieri, un prodotto societario cresciuto da Emmanuele, Alessandro Bisi e Alessandro Balestra. Nel 2018-2019 siamo retrocessi in B1 e nel 2020 il primo posto al momento della sospensione del campionato per l’emergenza sanitaria, con Guarnieri, Filippo Giuliani, Leonardo Milza e Matteo Carboni, ci ha permesso di riapprodare in A2. A proposito di Leonardo, lo consideriamo uno dei nostri ragazzi, perché, dopo essere cresciuto con suo papà Paolo, al Vittorino da Feltre, è sempre stato con noi».

Quest’anno con quante squadre sarete al via?

«Avremo la A2, con Delsante, Guarnieri, Giuliani e Milza, e due B2. In una giocheranno mio figlio Giacomo e Alessandro Tini, i nostri due juniores di punta, Dario Fava e Carboni e nell’altra Arisi, Luca Cossia, Michele Salento, Alessandro Bisi e Luca Tarabbia. In B femminile schiereremo Nadia Severgnini, Aurora Vannucci, Elisabetta Fernando, Milena Maccalli e Michela Zedda. Fra i Veterani avremo la A1, con Arisi, Cossia, Bisi, Delsante, Giuliani e Tarabbia, e la B, con Gaiani, Marco Berciga, Marco Milianti e Fava. Le compagini regionali saranno sette, una in C2 e due ciascuna in D1, D2 e D3. Andranno in campo la domenica mattina, quattro al PalaMetalparma, presso il Centro Ercole Negri, e tre nella palestra comunale di San Polo».

Gli allori individuali sono stati moltissimi?

«In effetti ne sono arrivati parecchi quasi tutti gli anni. Il primo oro ai Campionati Italiani è stato conquistato nel 1998, nel singolare Over 40, da Ferdinando Rossi, che più recentemente è stato bravo a fare tripletta consecutiva, dal 2017 al 2019, nel singolare B CSI. Nel 2008 Emmanuele Delsante ha ottenuto il bronzo assoluto nel misto con Martina Milic, dell’Ask Kras. Antonio Arisi ha fatto suoi due ori, nel 2011 e nel 2012, nel misto Over 40 con sua sorella Alessia, del Castel Goffredo. Alessandro Guarnieri nel 2017 ha vinto l’oro in doppio con Marco Rech Daldosso ai Campionati Nazionali Universitari. Giacomo Sernesi è stato oro nel 2017 nel doppio di quinta categoria con Giacomo Felici, del Monterotondo, l’unico nostro successo in categoria. Ci sono poi stati i tre bronzi tricolori giovanili nel 2017 nel doppio Allievi con Alessandro Tini e Sernesi, nel 2018 con la squadra Allievi, composta da Tini, Sernesi e Mattia D’Aniello e nel 2019 nel doppio Juniores con Tini e Sernesi. L’ultima medaglia dei Veterani è stato il bronzo di Matteo Carboni e Luca Cossia nel doppio Over 40 del 2019. Sul fronte internazionale Guarnieri nel 2019 ha partecipato in maglia azzurra alle Universiadi estive di Napoli. Fra l’altro nello stesso anno Alessandro ha conseguito la laurea triennale in Scienze Motorie ed è risultato fra i vincitori del Bando “Atleta Eccellente Eccellente Studente”, istituito dalla Commissione Nazionale Atleti e approvato dalla Giunta del CONI».

Su quali giovani puntate in ottica futura?

«Tini e Sernesi sono all’ultimo anno juniores e sono rispettivamente n. 19 e n. 23 nella classifica italiana e n. 4 e n. 6 in Regione. Faranno parte della squadra junior anche Matteo Pomelli (2003) e Tiziano Caleffi (2004). Fra i Ragazzi abbiamo i 2008 Nicola Caleffi, n. 22 a livello nazionale e n. 1 in Emilia Romagna, dove mio figlio Gilberto, anche lui 12enne, è n. 4. Fra le juniores, la classe 2005 Aurora Vannucci e la n. 4 in Regione».

Come organizzate la vostra attività?

«La nostra sede principale da sei anni è il PalaMetalparma, per il quale paghiamo l’affitto al Comune. In situazione normale possiamo utilizzare 12 tavoli. Ci alleniamo tutti i giorni e dal lunedì al giovedì svolgiamo i vari turni dalle ore 16 alle 22 e il venerdì dalle 14,30 alle 21. I corsi giovanili sono suddivisi in due fasce di età, dai 5 agli 9 anni e dai 10 ai 16. Ne svolgiamo anche per il settore giovanile, per gli adulti, per gli amatori e per gli universitari. Abbiamo poi la disponibilità della Casa delle Associazioni, l’ex Refettorio scuole di San Polo, per non dimenticare da dove veniamo, dove siamo operativi, su 5-6 aree di gioco, il lunedì e il mercoledì dalle 16 alle 19. Il lunedì, prima della pandemia, stavamo facendo dei corsi per i bambini di terza, quarta e quinta elementare più un allenamento del settore giovanile e il mercoledì un’altra sessione giovanile. I nostri tesserati sono oltre cinquanta, cui si aggiungono quelli degli Enti Promozionali CSI e CSEN, per un totale di più di 100 praticanti».

I tecnici sono sempre stati al centro della vostra attenzione?

«Le risorse che abbiamo avuto a disposizione sono sempre state investite nei tecnici e nel settore giovanile. Nel periodo di permanenza a Colorno il nostro allenatore è stato Paolo Bernuzzi. A San Polo, per un decennio abbondante, ci ha seguito Vittorio Longi, personaggio importante della nostra storia, ex tecnico degli scudetti approdati a Parma. Da quasi un quindicennio il nostro coach è Emmanuele Delsante. Era ancora un atleta e svolgeva attività ad alto livello in A2. Gli abbiamo proposto d’iniziare ad allenare e ha pienamente ripagato la fiducia che abbiamo riposto in lui. È il nostro direttore tecnico, ha il tesserino di terzo livello e, con Alessandro Guarnieri, che è tecnico di secondo livello ed è il suo braccio destro, segue i corsi di avviamento, il settore agonistico e i corsi per gli adulti, prestando attenzione anche agli amatori. Ha il secondo livello anche Davide Pacchiosi, che con Nadia Severgnini si occupa dei corsi serali per adulti e collabora con il settore giovanile. Daniele Volpicelli è dottore in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate e collabora con Guarnieri con i bambini più piccoli».

Parlando di attività adattate, avete atleti paralimpici?

«Ne abbiamo avuti due, i classe 1 Gabriele Capponi e Daniele Mondini, e Daniele è stato capace di conquistare l’argento e il bronzo nei tornei nazionali di Rovato e di Verona nella stagione 2017/2018. Attualmente abbiamo un atleta, Paolo Popoli, che però finora ha sempre preferito giocare nei campionati per normodotati, in D3. Un’esperienza gratificante è stata anche portata avanti da Delsante, Guarnieri e Pacchiosi, che sono stati coinvolti da Francesco Franchini per curare la partecipazione dell’atleta “Special Olympics” Luciano Curziotti ai Mondiali di Abu Dhabi, ai quali si è messo al collo il bronzo in doppio».

Da chi è composto il vostro Consiglio?

«Il vicepresidente è Alberto Cavalli, che è anche il nostro sponsor con la Metalparma, il segretario Stefano Gaiani, che presta la sua esperienza come tributarista, e gli altri consiglieri sono Emmanuele Delsante e Luca Pastarini, che era un altro dei ragazzi che giocava in oratorio quando abbiamo formato la prima squadra. Interagiscono attivamente con il Consiglio anche Alessandro Guarnieri, che è impegnato gomito a gomito con Delsante, e Antonio Arisi, che collabora con la FITeT e lavora al CONI. Siamo tutti in continuo contatto telefonico e periodicamente c’incontriamo».

Avete organizzato eventi internazionali?

«Nel 1994 l’incontro di semifinale di Prima Divisione femminile della Coppa Europa per nazioni fra l’Italia e la Polonia, al Palazzetto dello Sport di Colorno. Fra le gare nazionali, abbiamo ospitato nel 2002 i Campionati Italiani Paralimpici alla palestra comunale di via Verdi e nell’adiacente sala civica di San Polo di Torrile»

Come vi siete mossi sul fronte promozionale?

«Con le scuole abbiamo sempre collaborato, rispondendo alle richieste e cercando di farci conoscere il più possibile. Abbiamo inoltre organizzato i Giochi Studenteschi a livello provinciale e una volta anche la fase regionale. I rapporti con le istituzioni sono sempre aperti, come dimostrano le partecipazioni a Torrile alla manifestazione “Un po’ di Sport” e a Parma al “Festival dello Sport” alla “Cittadella”. Collaboriamo anche con l’Università e alcuni tirocinanti vengono da noi per imparare. Sarebbe auspicabile coinvolgere anche altre realtà».

A quali premi ricevuti siete più legati?

«Alla Stella di Bronzo al Merito Sportivo del CONI del 2016 e alla Targa d’Onore del CONI di Parma del 2013».

Motivi di orgoglio?

«L’ambiente amichevole e familiare che si respira nella nostra associazione, che è anche uno dei motivi dei nostri successi. Il TT San Polo per noi deve essere uno strumento di aggregazione dei soci. Ogni anno le occasioni per rafforzare i rapporti al nostro interno non mancano mai e due sono sempre presenti: il Torneo Sociale a handicap, al quale possono partecipare tutti, e la Cena Sociale, in prossimità delle feste natalizie, in cui atleti e dirigenti si ritrovano in compagnia delle loro famiglie».

Cosa significa per te il riconoscimento della Scuola di Tennistavolo da parte della Federazione?

«È un attestato di quanto siamo riusciti a costruire nel corso della nostra storia. Siamo una società ben organizzata, che può contare su almeno due strutture fisse, su uno staff completo e preparato di tecnici, che lavora tutti i giorni con tesserati di tutte le età, e su un gruppo di dirigenti che ha dimostrato di avere idee chiare e di saper dirigere l’associazione verso l’ottenimento degli obiettivi. La Scuola al nostro interno esiste già da diversi anni e sta producendo risultati. Il riconoscimento da parte della FITeT costituisce un valore aggiunto di grande significato, che garantisce maggiore visibilità e credibilità».

Potrebbero nascere nuovi progetti?

«Sarebbe interessante ampliare i nostri corsi anche al mattino, coinvolgendo le scuole o magari anche agli anziani. A noi interessa che cresca la divulgazione del tennistavolo in generale e che questo sport contribuisca a tenerci uniti come associazione. La presenza dei nostri corsisti, anche dei principianti, alle partite della squadra di serie A2 per me è sempre stato un grande motivo di soddisfazione. Mi auguro che il numero di coloro che praticano nelle nostre palestre possa aumentare e, per quanto ci riguarda, continueremo a spingere sulla promozione».

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