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CUS Camerino, il prossimo obiettivo sarà riavere i CNU

CUS Camerino, il prossimo obiettivo sarà riavere i CNU

Il Centro Universitario Sportivo di Camerino è nato nel 1950, anche se ha assunto la personalità giuridica nel 1968. Il tennistavolo ha trovato spazio al suo interno negli anni ’90, ma già nel decennio precedente il nostro sport era praticato in città in versione oratoriale. Fra i ragazzi che, sotto la guida di Don Mario Scuppa, ottennero i primi risultati c’era anche Stefano Belardinelli, che continua a occupare un ruolo tecnico importante nell’ambito della sezione pongistica, pur essendo con successo dal 1995 il presidente del CUS Camerino.

Ciao Stefano, avete dunque iniziato in forma più che altro amatoriale?

«Un po’ come in tutte le realtà locali, l’avvio è avvenuto nell’oratorio di San Venanzio e nel seminario diocesano di Camerino, dove svolgevamo delle gare all’interno del Centro Sportivo Italiano, grazie a Don Scuppa, che dette spazio a noi ragazzini. Ne arrivavano anche dall’entroterra maceratese. Un giorno andammo a Senigallia e vedere una partita di serie A della squadre del maestro Enzo Pettinelli e ci venne la voglia di dare vita, con l’aiuto del parroco, a una nostra società, che fosse affiliata alla FITeT. All’inizio ci chiamavamo Unione Sportiva Sibilla, essendo noi in prossimità dei Monti Sibillini, per poi assumere il nome di un paio di piccoli sponsor, che avevano i negozi di abbigliamento sportivo».

Chi foste a fondare la società?

«Eravamo cinque giovani, io, mio fratello Luca, Paolo Giovagnoli, Sandro Gerini e Alberto Roscani e, con 20mila lire a testa, abbiamo fatto una colletta per acquistare un tavolo Simonis Super Cadran usato da Senigallia, che mettemmo in oratorio per giocare in campionato. Fino ad allora avevamo utilizzato dei tavoli di falegnameria, mentre in seminario avevamo uno Stiga Privat Roller. Siamo partiti noi cinque, con qualche inserimento dall’esterno, in serie D e siamo stati subito promossi in C».

Quando siete diventati una sezione del CUS Camerino?

«Alla fine degli anni ’80. Per ragioni professionali entrai a far parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Università e con il Rettore e il CUS si parlò d’inserire il tennistavolo in ambito universitario. Questa decisione accelerò molto il nostro sviluppo. Abbiamo anticipato quella che oggi si chiama Dual Career, volta a conciliare un percorso di studi universitario con una pratica sportiva di alto profilo. Partimmo proprio con un progetto del genere e la realtà locale ne ebbe molti benefici. Vennero a iscriversi all’Università di Camerino alcuni giocatori di Senigallia, come Dennis Moroni, che a livello giovanile aveva fatto parte della Nazionale juniores, e Alessandro Giraldi, poi entrambi laureatisi con successo. I nostri ragazzi, che erano agli inizi, avevano dunque dei punti di riferimento di ottima qualità».

Quali altri atleti militavano nelle vostre fila?

«Nel 1995/1996 eravamo in serie A2 con il croato Dean Seselya, Antonio Di Cristofano, Alessandro Giraldi, Dennis Moroni e Marco Piergentili. Vennero da noi anche Andrea Bongini, che era stato compagno di Marcello Pannelli, un nostro giocatore, ai tempi del Centro Federale di Fiuggi, e Filippo Giuliani e nel 1997/1998 facemmo la A2 con loro due, Giraldi e Renato Appolloni. Nella stagione successiva disputammo la A1, inserendo Andrea Del Tomba al fianco di Appolloni, Bongini e Giraldi. È stata una bella esperienza, anche se siamo retrocessi».

Dove avete giocato la serie A1?

«Quando siamo stati promossi in serie A non avevamo un Palazzetto dello Sport e neppure una palestra vera e andai dal Rettore per chiedergli di aiutarci a trovare una soluzione. Mi disse che ci avrebbe dato un capannone della Fondazione Enrico Mattei a Matelica. Obiettai che sarebbe stata meglio una struttura a Camerino e allora chiamò l’ingegnere e l’ufficio tecnico dell’Università, per realizzare un nuovo impianto. Fu costruito il Palasport “Antonio Orsini”, progettato dalla Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno. Prima avevamo soltanto lo stadio universitario, però Camerino è in montagna, con una stagione invernale lunga, ed era necessario uno spazio coperto per praticare sport. Da questo punto di vista, il PalaOrsini, che nacque da una scintilla proveniente dal tennistavolo, diede ossigeno, oltreché a noi, anche ad altre discipline come la pallavolo e il basket».

Qual è stata la tendenza successiva?

«In A abbiamo ingaggiato il cinese Pan Qing, che diventò subito uno dei più forti atleti presenti in Italia. Infatti nel campionato seguente andò al Tennistavolo Cagliari in A1. Nel prosieguo siamo rimasti in A2 e poi ci siamo stabilizzati fra B1 e B2, con qualche discesa in C1. Per noi hanno giocato, oltre agli atleti già citati, Andrea Pannelli, Carlo Pierpaoli, il cinese Xue Tian, Valerio Ballardini, Alessandro, Alessio e Francesco Silveri, Michele Pannelli, Matteo Molini, Andrea Peverieri e Samuel Piatanesi. L’anno scorso abbiamo vinto la C1 con Alessandro e Francesco Silveri e Michele Vigini e siamo stati promossi in B2. Abbiamo chiesto l’ammissione alla B1, ma non ci è stata concessa».

Quindi in questa stagione la vostra prima squadra sarà in B2?

«Con Alessandro e Francesco Silveri avremo la novità Francesco Lucesoli, un atleta che non ha bisogno di presentazioni. Punteremo a ottenere sul campo l’accesso alla B1. I due Silveri sono gli ultimi esempi della nostra filosofia del doppio binario. Oltre a esprimersi a buon livello nello sport, Alessandro ha conseguito la laurea triennale in Informatica e sta concludendo la specialistica, mentre Francesco sta facendo la triennale. Nei campionati regionali avremo due compagini in C2 e una in B1».

Avete fatto attività femminile?

«Nel periodo del Centro Federale di Fiuggi, oltre a Marcello Pannelli, avevamo là due o tre ragazze e una era Sara Semmoloni, che si è espressa bene nei tornei nazionali. A squadre disputava i campionati maschili».

Individualmente quali sono stati i risultati principali?

«Ai Campionati Italiani Dennis Moroni si è classificato secondo nel singolare di quarta categoria del 2011. Abbiamo poi una buona tradizione ai Campionati Nazionali Universitari, ai quali abbiamo però schierato anche atleti che non erano tesserati in Federazione con noi. Il bilancio è di sette medaglie d’oro, sei d’argento e sei di bronzo. Sabrina Moretti ha vinto il titolo di singolare per quattro volte consecutive, dal 1989 al 1992, e Francesco Lucesoli si è imposto nel 2009. Gli altri due successi sono stati conquistati nel 1988 da Luca Belardinelli e Luca Giovagnoli nel doppio maschile e nel 1989 sempre da Belardinelli e da Moretti nel misto. Paolo Giovagnoli è stato argento nel 1988 e Francesco Silveri nel 2019, come anche nei doppi Belardinelli e Moretti nel 1990, Sabrina Carnevali e Moretti nel 1991, Tommasa Di Lorenzo Del Casale e Sara Semmoloni nel 2004 e Matteo Molini e Francesco Silveri nel 2019. I bronzi sono stati in doppio di Carnevali e Moretti nel 1992, Antonio Carbotta e Lucesoli nel 2009, Molini e Alessandro Silveri nel 2013, Alessandro e Francesco Silveri nel 2015, Francesco Mecozzi e Molini nel 2016 e Matteo Cavallo e Mecozzi nel 2019».

Il Pala Orsini è ancora la vostra sede agonistica?

«Siamo lì da fine anni ’90. All’interno del Palazzetto abbiamo un soppalco sempre a nostra disposizione, dove possiamo montare dai due ai cinque tavoli. Tre sono fissi 24 ore su 24 e gli studenti da noi possono giocare tutti i giorni dalle 7,30 a mezzanotte. In aggiunta c’è la sala grande, occupata dal basket e dal volley, che potremmo utilizzare in determinati orari. La sfruttiamo soprattutto quando organizziamo tornei nazionali o regionali o quando ospitiamo le scuole in occasione di manifestazioni particolari. A Camerino abbiamo anche il Liceo Sportivo e alcune volte all’anno gli studenti vengono a conoscere il tennistavolo. Facciamo attività in orario scolastico nelle scuole elementari e medie, grazie a una convenzione con l’Istituto Comprensivo. A fine anno accogliamo poi gli eventi conclusivi dei corsi tenuti nelle scuole elementari e medie. Essendo l’Istituto Comprensivo lo stesso, nelle scorse stagioni siamo anche andati a Serravalle di Chienti. Purtroppo, nonostante il lavoro che abbiamo svolto nel corso degli anni, devo essere sincero, con il settore giovanile abbiamo sempre faticato».

Quali sono stati i motivi?

«Siamo un po’ condizionati dalla nostra posizione decentrata e il non aver mai avuto un tecnico a tempo pieno ci ha penalizzato. Dall’altro lato abbiamo anche avuto delle soddisfazioni, perché un nostro tesserato, Sergio Misici è stato il propulsore della nascita della società Eroica Sant’Angelo in Pontano. Oggi il nostro referente tecnico è mio fratello Luca, che è un tecnico di secondo livello, e come allenatore per i ragazzini abbiamo cambiato spesso. Tre anni fa abbiamo avuto l’indiano Roy Santanu, che collaborava anche con la Clementina Jesi, poi abbiamo potuto contare su Filippo Persichetti, il giocatore di Terni che, essendo anche psicologo dello sport, ci ha molto aiutato per quanto riguarda la crescita dei ragazzi, occupandosi dell’inclusione dei diversamente abili e dei problemi nutrizionali e adolescenziali. È stato insomma di stimolo per la nostra riorganizzazione interna e continua a essere un consulente del CUS, anche se non lavora più al tavolo».

Chi coadiuva Luca sul fronte tecnico?

«Quest’anno collabora con noi Matteo Giardini, un giovane di Fabriano che funge anche da sparring, e anch’io, che sono tecnico di secondo livello, in caso di necessità, vado in campo con i ragazzini. Ci alleniamo dal lunedì al venerdì dalle ore 18 alle 23, con le ore serali dedicate agli amatori. In tutto abbiamo una quarantina di tesserati. Prima del COVID-19, avevamo otto bambini che frequentavano il corso con Matteo. Come centro multidisciplinare, stiamo facendo una richiesta al CONI per creare un progetto che permetta ai più piccoli di praticare tennistavolo, tennis e badminton».

Da chi è composto il Consiglio della sezione?

«Essendo una sezione con una sua autonomia giuridica, abbiamo un nostro presidente, che è Marcello Pannelli. I consiglieri sono Gianni Fedeli, Luca Belardinelli, Silvano Costantini, Mario Pollicelli e Daniele Falzetti e il segretario è Roberto Cambriani».

Nel 2019 siete saliti agli onori della cronaca internazionale, con i Campionati Europei Universitari.

«Sono state giornate fantastiche, con la presenza di molti Paesi e un livello agonistico sicuramente elevato. Abbiamo utilizzato sia il PalaOrsini sia l’adiacente Drago Gentili, inaugurato nel 2008, e, organizzativamente parlando, è stato un bellissimo successo. È stata la nostra terza rassegna continentale come CUS, dopo quelle di pallavolo del 2008 e del 2015. Per il futuro abbiamo dato la nostra disponibilità per eventi sia di tennistavolo sia di altre discipline, ma i tempi di assegnazione sono lunghi. Per quanto riguarda l’ambito italiano, i tornei pongistici nazionali sono ormai di casa qui a Camerino».

Quante volte avete ospitato i Campionati Nazionali Universitari?

«Una volta nel 2004 e abbiamo presentato la candidatura per il 2022 o il 2023. Stiamo dialogando con il CUS Torino per la scelta di uno dei due anni. Il sisma del 2016 ha fatto molto male alla nostra zona e siamo ancora un po’ preoccupati. Visto, però, che nel 2019 i CNU si sono svolti a L’Aquila, a dieci anni dal terremoto, anche noi vorremmo dare un segnale di ripresa.  Stiamo facendo le opportune valutazioni anche con il CUSI».

Il progetto Scuole di Tennistavolo ha catalizzato le vostre migliori energie?

«Si tratta di un’iniziativa che ci ha convinto fin da subito e abbiamo intenzione d’investire risorse umane. Esiste una mission scolastica, che vogliamo perseguire, in accordo con il Rettore dell’Università, come stiamo già facendo nel basket, nel volley e nell’atletica leggera, dove prendiamo i ragazzini a 5-6 anni. Complessivamente come CUS, a parte la sezione di tennistavolo, abbiamo oltre 1.500 tesserati. L’offerta sportiva qui a Camerino è ampia e poi noi abbiamo anche la concorrenza al nostro interno, esistendo oltre dieci sezioni. Siamo comunque determinati a fare il possibile per centrare l’obiettivo di creare un settore giovanile che abbia delle basi solide, potenziando il nostro impegno nelle scuole».

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