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Torrellas Capoterra, società giovane con la voglia di diventare grande

Torrellas Capoterra, società giovane con la voglia di diventare grande

È una società indiscutibilmente giovane, che però ha rinverdito una tradizione iniziata una quarantina di anni fa. L’ASD Torrellas Capoterra è stata fondata nel 2016, riportando il nostro sport laddove era già stato praticato ai tempi del glorioso Tennistavolo Joseph Capoterra, che aveva preso il nome da Padre Giuseppe Marello, fondatore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe. Il ritorno di fiamma è stato merito dei “vecchi” atleti della Joseph, fra i quali l’attuale presidente Celestino Pusceddu, Antonio Cingolani, Antonello Migliaccio, Marco Carboni, Lino Rasulo e Raffele Farigu.

Ciao Celestino, com’è stato riprendere dopo una lunga lontananza dai tavoli?

«Molto bello, anche perché quando giocavamo alla Joseph ci divertivamo molto. Eravamo solo una piccola realtà oratoriale, nata soprattutto grazie all’impegno di Padre Giorgio Accalai, che ci ha sempre sostenuto e incoraggiato. Ci allenavamo nel salone parrocchiale. Eravamo negli anni ’80 e con me, oltre agli altri già citati, c’erano anche Giuseppe Lepori, Maurizio Piano e Rinaldo Carta. Siamo arrivati in serie C regionale, sfiorando un paio di volte la B. Io poi ho smesso nel 1990, quando avevo 26 anni. Stavo studiando Ingegneria all’Università e dovevo preoccuparmi anche del mio futuro. Il tennistavolo tendeva ad assorbire una grandissima fetta delle mie attenzioni e occorreva una scelta drastica. La società è andata avanti ancora per qualche anno e ha chiuso i battenti nel 1993, a causa dei problemi di lavoro e studio che avevano anche gli altri amici ».

Cosa ti ha fatto riscoccare la scintilla?

«Oltre ad avere uno studio come ingegnere, sono docente nelle scuole superiori. Nel 2016, per un anno, ho avuto un trasferimento a Olbia e mi sono trasferito lì. La sera durante la settimana ero sempre libero, essendo la mia famiglia rimasta a Capoterra. Ho così controllato se ci fossero delle società pongistiche e sono andato a trovare il Tennistavolo Olbia, per pura curiosità. Ho così incontrato Antonio Rossi, Stefano Corda, Antonio Trubbas, Marco Dessì, Michele Falconi, Laszlo, Matteo Fois e altri, che sono stati molto ospitali. Sono tornato altre volte e alla fine, la passione, che covava sotto le ceneri, ha ripreso il sopravvento. Mi sono tesserato con loro per alcuni mesi, per poter partecipare a qualche torneo. Ho poi organizzato una riunione- pizzata con gli amici di Capoterra e ho proposto loro di ripartire con il tennistavolo e di creare una nuova società. Mancavano all’appello solamente Maurizio Piano, che giocava nell’Azzurra Cagliari, e Giuseppe Lepori, che era nella Marcozzi. Successivamente ci siamo impegnati per riportare a casa anche loro, infatti saranno dei nostri già da questa stagione agonistica».

Immagino che non sia stato difficile coinvolgere gli ex compagni nella nuova avventura.  

«Immagini bene. Sono stati da subito tutti entusiasti. Ci siamo messi d’impegno e nel settembre 2016 è nata l’ASD Torrellas Capoterra. Il nome deriva dal barone spagnolo Girolamo Torrellas, che nel 1655 fondò il paese, chiamandolo “Villa Nueva de San Efis de Caputerra”: Siamo ripartiti dalla serie D2 io, Rasulo, Carboni, Cingolani, Migliaccio e Marco Schirru. Nella seconda stagione si sono inseriti Massimo Carta e Marco Sanna e ci siamo classificati al primo posto, conquistando la promozione in D1. Nel 2018/2019 è salita in D1 anche la seconda squadra, con il rinforzo dei neoarrivati Gabriele Aresu, Luigi Congiu, Andrea Perna e Nicolò Saba».

Quest’anno riproporrete dunque due squadre in D1?

«In una schiereremo i due più forti Piano e Lepori, che, come detto, sono stati gli ultimi riacquisti. Con loro saremo probabilmente io e Rasulo e punteremo al salto in C2. Nell’altro team troveranno spazio Cingolani, Carta, Congiu, Schirru e Migliaccio. Avremo anche una D2 con i miei tre figli, i 14enni Edoardo e Oriano e il 13enne Jacopo, e il forte 20enne Andrea Perna. Quest’ultimo è ancora in forse essendo impegnato nell’ultimo anno delle superiori. Dall’anno scorso abbiamo anche la C femminile, nella quale andranno in campo l’altra mia figlia Letizia (classe 2011), Benedetta Cingolani (2010), figlia di Antonio, e le sorelle Sara (2009) ed Elisa Floris (2011)».

In questi anni avete ottenuto successi o piazzamenti degni di nota?

«Nel 2019 nella fase regionale del Ping Pong Kids, che si è svolta a Muravera, abbiamo vinto la classifica per società. I nostri Leonardo Dessì e Letizia Pusceddu si sono aggiudicati le prove motorie e Sara Floris è arrivata in semifinale nella gara di tennistavolo. Jacopo Pusceddu ha raggiunto la finale nel singolare Open D del Torneo Città di Cagliari del 2018. Io ho giocato due finali a Lanusei, nel 2019 nel torneo regionale di quinta categoria e nel 2020 nel singolare Open A Veterani. Licio Rasulo è stato finalista nel 2019 nei campionati regionali di quinta e nel 2018 nel torneo Open B di quinta e Marco Carboni nello stesso anno nel singolare di sesta categoria di Norbello».

Quindi i ragazzini in rampa di lancio non vi mancano.

«Fra le Giovanissime Letizia Pusceddu è la n. 10 della classifica italiana e Benedetta Cingolani la n. 20. In Regione sono la n. 1 e la n. 4 e poi c’è Elisa Floris come n. 6. Sara Floris è la n. 6 della Ragazze in Sardegna. Abbiamo poi Leonardo Dessì n. 8 fra i Ragazzi e Jacopo, Edoardo e Oriano Pusceddu n. 8, n. 10 e n. 11 fra gli Allievi».

Dove svolgete la vostra attività?

«Nella palestra delle scuole elementari, che abbiamo a disposizione in settimana il lunedì, mercoledì e venerdì. Dalle 18 alle 20 si allenano su cinque tavoli i giovani e dalle 20 alle 21,30 gli adulti. Il responsabile tecnico è Gabriele Aresu, arrivato un paio di stagioni fa e in possesso del tesserino di primo livello, coadiuvato da Maurizio Piano, che funge anche da sparring con il giovane nigeriano Wahab Wasiu Alabi, proveniente da Lanusei. In nostri tesserati sono una trentina, di cui la metà appartenenti al settore giovanile».

Quali altri dirigenti ti aiutano a gestire la società?

«Il vicepresidente è Marco Carboni e il segretario Antonio Cingolani. Nel direttivo societario compaiono anche Licio Rasulo e Raffaele Farigu. Si può dire che siamo una famiglia e le decisioni vengono prese attraverso il confronto con tutti gli amici che compongono l’associazione. Il lavoro e la collaborazione di tutti ci permettono di esistere e di crescere».

Obiettivi?

«Lo scopo della nostra associazione sportiva è principalmente quello di avvicinare quante più persone possibili, soprattutto giovani, ma non solo, al nostro bellissimo sport. Contiamo di acquistare a breve otto nuovi tavoli, in modo poi da iniziare a organizzare dei tornei regionali, per i quali potremmo utilizzare il Palazzetto dello Sport comunale. Attualmente riceviamo un piccolo contributo dall’amministrazione comunale, per il resto andiamo avanti contando solo su risorse interne».

Cosa vi ha portato ad aderire al progetto Scuole di Tennistavolo.?

«Si tratta di una iniziativa che rispecchia molto bene la nostra filosofia d’insegnamento del tennistavolo. Il riconoscimento da parte della Federazione è per noi un bel biglietto da visita e uno sprone a proseguire sempre con maggiore impegno, per offrire agli utenti un servizio all’altezza delle aspettative. Qualità sarà la nostra parola d’ordine, per battere la concorrenza delle altre discipline, che a Capoterra sono molto agguerrite, dal calcio al rugby e dagli sport da combattimento alla danza».

In quali aspetti pensi che possiate progredire?

«Dovremo cercare di farci conoscere maggiormente, aprendoci all’esterno. Inizieremo a svolgere attività nelle scuole, per appassionare sempre più ragazzi al tennistavolo. Rafforzeremo anche la nostra presenza sui social media, uno strumento che attualmente stiamo sfruttando poco. Anche se continueremo ad accogliere in palestra gli adulti, facendo il possibile per farli migliorare tecnicamente, il nostro riferimento principale sarà il settore giovanile».

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