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TT Isontino, dopo l’apice della serie B1, la speranza è di tornarci con i propri ragazzi

TT Isontino, dopo l’apice della serie B1, la speranza è di tornarci con i propri ragazzi

Nonostante la sua storia sia ancora piuttosto breve, l’ASD Tennistavolo Isontino è già stato capace di ottenere degli ottimi risultati sia a squadre sia a livello individuale. È stato fondato a Monfalcone in estate, il 15 luglio del 2010, con la denominazione di ASD TT Dopolavoro Ferroviario Isontino e fra i soci c’era anche l’attuale presidente Giuseppe Tuan.

Ciao Giuseppe, quando hai iniziato a giocare a ping pong?

«All’età di 52 anni, ero andato con mia moglie in un villaggio turistico e ho visto un tavolo. Mi sono ricordato di quando giocavo per divertimento, all’età di 14 anni in collegio. Mi sono piazzato secondo nel torneo organizzato per i vacanzieri, su una cinquantina di partecipanti, e durante l’inverno mi sono interessato per cercare un corso e l’ho trovato alla Sakura Grado, dove ho incontrato le quattro persone con cui abbiamo poi dato vita alla società».

Com’è nata l’avventura?

«Alla Sakura avevamo solo un tavolo a disposizione e il tecnico non aveva il tempo per seguirci adeguatamente. Una sera ci siamo riuniti e abbiamo deciso di creare un’associazione tutta nostra e di affiliarci alla Federazione, chiamandoci Dopolavoro Ferroviario Isontino, essendo l’allora presidente Gianluca Palumbo un ferroviere. Isontino deriva naturalmente dal fiume Isonzo. Io ero il vicepresidente e i consiglieri erano Roberto Moscatelli, Marzio Ban e Flavio De Biasio. Dopo un paio d’anni Palumbo si è disimpegnato e io sono diventato presidente, con Moscatelli vice. Nel 2016 ci siamo ribattezzati Tennistavolo Isontino».

Con quante squadre avete iniziato?

«Con due compagini in serie D2, composte tutte da adulti. Siamo andati avanti così per due stagioni, poi nel 2012 abbiamo avuto a disposizione due ragazzini, i fratelli Pietro e Francesco Loda, di 13 e 11 anni, che erano già in società dall’anno prima, ma non facevano ancora campionato. A questo proposito non posso non ricordare il contributo importante che ci è stato fornito dal tecnico Renato Farnè, classe 1938, che è ancora con noi. Nel 2010 aveva insegnato il tennistavolo, nell’oratorio di Ronchi dei Legionari, a diversi bambini, che si sono appassionati e sono poi entrati nella nostra associazione. Oltre a Pietro e a Francesco, Renato ha avviato al nostro sport Marco Brotto e Davide Iacaz».

Con i due ragazzini avete fatto il primo salto di qualità?

«Sì anche perché, assieme a loro, abbiamo potuto contare sul triestino Gino Liubicich, molto bravo a trasmettere entusiasmo ai giovani. Con Gino, Pietro, Francesco e Roberto Lubiana siamo stati promossi in D1. A quel punto la svolta importante è stata l’ingresso in società di Diego Derganz, l’attuale nostro presidente regionale, che è bravissimo a far crescere i ragazzini. Proveniva dal Trieste Sistiana e ha portato con sé il 13enne Stefano Bornia. Con loro e i fratelli Loda abbiamo vinto la D1 nel 2014, la C2 nel 2016 e la C1 nel 2017».

E non vi siete fermati, vero?

«Nel 2017 Derganz ha creato un’altra squadra in C2 e al suo posto per la B2 abbiamo preso Cristian Mersi, ex prima categoria degli anni ’90, con trascorsi in A1 e medaglia d’argento agli Assoluti del 1998, perdendo in finale contro Valentino Piacentini. Con il suo 100% di vittorie e le ottime prestazioni dei tre giovani, abbiamo dominato la stagione e siamo stati promossi in B1. Poi Cristian ha ricevuto un’altra offerta ed è andato via. Per non rinunciare alla categoria, abbiamo effettuato uno scambio con i Rangers di Udine, che avevano una B2. Abbiamo accolto in prestito Eric Bertolini e Massimo Pischiutti, che si sono aggiunti a Bornia e a Michele Vigini, che era già con noi, ma giocava la prima lega slovena, mentre i fratelli Loda si sono accasati ai Rangers. Ci siamo classificati sesti, ottenendo la salvezza. L’anno scorso Vigini si è trasferito al CUS Camerino e abbiamo ceduto ai Rangers la B1, nella quale hanno militato Bertolini, Bornia e Pischiutti».

Avete dunque disputato la B2?

«No, perché Francesco Loda ha smesso di giocare e allora siamo ripartiti dalla C2, con Pietro, Andrea Bertolotti e il nostro classe 2000 Alessandro Isgrò. Quest’anno Pietro Loda  ha deciso di andare a studiare Scienze Motorie all’Università di Bologna e Bertolotti è tornato al Trieste Sistiana e dunque allestiremo una D1, una D2, una D3 e una squadra giovanile».

Individualmente quali sono stati i risultati da segnalare?

«Bornia nel 2014 è stato campione italiano nel doppio misto di quinta categoria, in coppia con Lara Posega, tesserata per il Raimondo D’Aronco. Ai Campionati Italiani Giovanili, Bornia e Vigini hanno conquistato la medaglia di bronzo nel 2015 nel doppio Allievi e nel 2018 fra gli Juniores. Nel 2017 Stefano e Michele hanno vinto i Campionati Italiani Studenteschi con il Liceo Oberdan e hanno anche partecipato ai Mondiali, che si sono svolti a Malta. Capitolo a parte merita il classe 1939 Aldo Donda».

Perché?

«Lo abbiamo conosciuto nel 2012 e si è proposto come allenatore. È ancora con noi e benedico il momento in cui i nostri destini si sono incrociati. Ha una grinta pazzesca e si è sempre occupato dei Veterani e degli amatori adulti, che ha preso in consegna fin da quando hanno messo il naso in palestra per la prima volta. Partecipa alle gare sia FITeT sia CSI e in totale nella sua carriera si è aggiudicato 39 titoli italiani. L’ultimo di singolare in Federazione è stato nel 2012 nell’Over 70, ma successivamente nel doppio maschile e nel misto si è imposto praticamente tutti gli anni. Nel 2021 disputerà la D1 con me e con Emanuele Bornia, il papà di Stefano».

Quanti giovani avete?

«L’anno scorso erano 14 e, per colpa del COVID-19, si sono ridotti a 8, il più piccolo è Michele Brezigar, nato nel 2011. Speriamo che, quando l’emergenza sanitaria finirà, possano tornare. Claudio Selleri è il n. 9 nella classifica degli Allievi in Regione e ha appena lasciato il tennis, per concentrarsi solo sul nostro sport. Promette bene anche Andres Moscatelli, figlio di Roberto, un altro 2006 che è 11° in Friuli Venezia Giulia. L’unica ragazzina è la 12enne Xu Yige, che ha però poca esperienza. È una delle sole tre atlete che ci sono rimaste in questo triste periodo. Le altre sono Tiziana Lorusso e Ines Nicola».

Avete organizzato tornei nazionali in questi anni?

«Nel 2017 la gara di quinta e sesta categoria, che si è svolta nella palestra di Latisana. A livello promozionale per otto anni consecutivi nel mio paese, Romans d’Isonzo, nel corso della Festa dello Sport, Musica e Solidarietà, abbiamo organizzato un torneo, il cui ricavato è stato devoluto all’associazione Solidea, che si occupa di assistere gli anziani. Cerchiamo di far conoscere il tennistavolo anche in occasione della Festa dello Sport, in programma tutti gli anni grazie alla Consulta dello Sport di Monfalcone, della quale la nostra associazione fa parte».

Chi segue tecnicamente la vostra attività?

«Il nostro staff è composto da Pietro Loda, da me, Donda, Liubicich e Moscatelli, che abbiamo tutti il tesserino di primo livello. Per occuparsi dei ragazzi abbiamo pensato a Pietro e ad Alessandro Isgrò, che è studente universitario ed è bravo a insegnare. Avevamo ripreso l’attività l’8 settembre, poi a ottobre Pietro è andato a Bologna e in palestra l’ho sostituito io, affiancando Alessandro. Purtroppo siamo di nuovo fermi dal 24 ottobre. Prima ci allenavamo il martedì e il giovedì dalle ore 17 alle 21,30 e il mercoledì dalle 19,30 alle 21. Facevamo i turni su quattro tavoli, dalle 17 alle 18,30 per i giovani, dalle 18,30 alle 20 per gli altri atleti impegnati nei campionati e dalle 20 alle 21,30 per gli amatori. In questo momento abbiamo una trentina di tesserati, ma negli anni 2014 e 2015 erano quasi sessanta».

Avete sempre avuto la stessa sede agonistica?

«Sì, fin dall’inizio siamo stati nella palestra della scuola media dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Randaccio”, dove c’è spazio per montare 6-8 tavoli. Per un paio di anni io, Moscatelli e Donda abbiamo tenuto dei corsi proprio nelle classi delle medie, coinvolgendo in una settimana 460 allievi. Ci siamo poi resi conto che a quell’età i ragazzi sono già troppo grandi e hanno già scelto altre discipline, anche se nel 2012, al termine delle lezioni, sono venuti in 12 in palestra per proseguire l’apprendimento. Di quel gruppo è però rimasto solo Isgrò. Abbiamo poi chiesto di entrare anche nelle elementari “Amelio Cuzzi” e per tre anni, io Derganz, Liubicich e Moscatelli abbiamo portato avanti i nostri progetti».

Moscatelli è sempre il tuo vice?

«Esattamente, gli altri consiglieri sono Mauro Boscarol, Pietro Loda e Marco Brotto. La segretaria è Ines Nicola».

Hai ritrovato Derganz come formatore durante le lezioni del progetto Scuole di Tennistavolo. Che esperienza è stata?

«Molto interessante, anche se Diego, che conosco e stimo da tempo, mi aveva già trasferito le sue conoscenze e le aveva messe in atto nel corso degli anni in cui ha collaborato con noi. Mi è piaciuta in modo particolare la parte del corso riservata all’inserimento graduale dei bambini in palestra, facendo svolgere loro degli esercizi, prima di iniziare il lavoro al tavolo. I giovani sono il nostro obiettivo primario e dedicheremo il massimo impegno all’ampliamento del vivaio. Sarebbe bello, un giorno, tornare in B1 con atleti cresciuti da noi. Nella nostra Scuola rimarremo, comunque, sempre a disposizione anche degli adulti che avremo in palestra e che avranno piacere di continuare a migliorare».

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