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Ask Kras, una tradizione di successi iniziata nel 1970

Ask Kras, una tradizione di successi iniziata nel 1970

L’Ask Kras è senza dubbio la società pongistica principale del Friuli Venezia Giulia e una delle più importanti sul territorio nazionale. Il club sportivo è nato nel 1961 e svolgeva tennistavolo solo a livello ricreativo. L’affiliazione alla FITeT risale invece al 15 dicembre 1969. L’anno scorso lo storico club, che nel 2011 è stato insignito della Stella d’Oro al Merito Sportivo, ha dunque festeggiato il cinquantesimo anniversario di attività ininterrotta. Fin dall’inizio era presente, come atleta, l’attuale direttore tecnico Sonja Milic, che è stata anche presidente dal 1992 al 1996. Da un decennio l’incarico è sulle spalle di Igor Milic.

Ciao Sonja, andiamo indietro all’avvio della vostra emozionante esperienza?

«Mio papà mi ha fatto appassionare al tennistavolo. Quando avevo 11 anni frequentavo la Casa dello Studente Sloveno, dove si giocava sempre. Ho cominciato a gareggiare a 13 anni. Ai Giochi della Minoranza Slovena in Italia, ho vinto fra le juniores e a livello assoluto già nel 1968 ho ottenuto degli ottimi risultati. Per questo motivo al Kras si è pensato all’affiliazione alla FITeT. All’inizio eravamo in cinque: io Tamara e Sonja Blazina, Vilma Sirca e Daria Kobal. Nel 1970, come unica rappresentante del Kras, ho disputato i Campionati Italiani Giovanili e ho conquistato la medaglia d’argento fra le Allieve. Iniziammo ad allenarci sistematicamente e sostenevamo anche degli stage in Slovenia. Il mio primo tecnico è stato Edo Bolè, che ha contribuito a dare un’impronta di professionalità alla società. Ero in palestra tutti i giorni e nel 1971 ho vinto a Fiuggi il singolare e il doppio agli Italiani di terza categoria. In quell’anno ci siamo qualificati alla serie A a squadre e anche nelle stagioni successive siamo rimasti a lungo nel massimo campionato. Dal ’70 al ’73 giocavamo io, Sirca e Kobal, dal ’71 si è aggiunta Carla Blazina e dal ’72 si sono inserite Silvana Vesnaver, Neva Rebula e Anna Zigon. Dal ’74 al ’79 ho avuto come compagne Damjana Sedmak, Sonja e Vesna Doljak e Alenka Furlan».

Quando avete raggiunto il top?

«Dopo essere arrivate per ben sette volte seconde, abbiamo conquistato due scudetti nel 1983/1984 contro la Recoaro Bolzano e nel 1984/1985 contro lo Stetan Napoli. Eravamo io, Marina Cergol, Sonja Doljak e Damjana Sedmak, con in panchina Zvonko Simoneta. Il secondo anno fungevo da giocatrice e allenatrice e in finale in panchina con Simoneta è andato anche Miha Derganc. Successivamente abbiamo cercato di ripetere quei successi, ma non ci siamo mai riuscite. Siamo comunque rimaste a lungo in A e quando è stata introdotta la divisione fra A1 e A2 abbiamo fatto spesso la spola. L’ultima volta che abbiamo disputato la A1 è stata nel 2016/2017 con Katja e Martina Milic ed Eva Carli. Avremmo potuto rifarla quest’anno, perché quando l’ultima A2 è stata sospesa eravamo in testa al girone A, ma abbiamo rinunciato. Nei due anni in cui abbiamo conquistato lo scudetto abbiamo partecipato alla Coppa dei Campioni. In Europa siamo anche stati presenti dal 1985 al 2000 nella Coppa Nancy Evans e nel 1997 siamo approdati ai quarti di finale, cedendo allo Statistika di Budapest».

Abbiamo parlato solo di donne, com’è stato il pongismo maschile al Kras?

«Abbiamo coltivato anche il tennistavolo maschile, ma i successi sono stati più altalenamenti rispetto a quelli delle donne. Avevamo atleti molto bravi, però la squadra non si è mai affermata ai livelli più alti con continuità. Fra i migliori citerei Igor Milic, Bojan Simoneta e Cristian Mersi. Igor ha iniziato in quarta elementare ed è rimasto con noi fino a 23 anni. Bojan, indirizzato dai genitori, come Igor, ha difeso i nostri colori dai 7 ai 27 anni. Cristian è venuto al Kras a 18 anni ed è restato per tre anni, continuando però ad allenarsi con noi anche dopo. Con Igor e suo fratello Marjan in squadra siamo anche stati promossi in A2, ma abbiamo deciso di rinunciare alla categoria».

Qual è stato il bottino sul fronte individuale?

«In tutto individualmente siamo riusciti a conquistare 184 titoli italiani e io personalmente ne ho totalizzati 70, dieci dei quali assoluti. In singolare mi sono imposta nel 1976 e nel 1979. Sono stata la numero 1 d’Italia per cinque anni consecutivi, dal 1975 al 1979. Oltre a me hanno vinto titoli nazionali Silvana Vesnaver, Neva Rebula, Carla Blazina, Anna Zigon, Damjana Sedmak, Sonja Doljak, Giulia Buttazzoni, Irena Rustja, Marina Cergol, Biserka Simoneta, Monika Radovic, Katja, Nina, Vanja e Martina Milic, Elisa Rotella, Mateja Crismancich, Eva Carli, Lisa Ridolfi, Isabella Torrenti, Ivana Stubelj, Andrea Bertolotti, Bojan Simoneta, Roberta Ridolfi, Martina Tretjak, Tjasa Kralj, Jasmin Kralj, Chiara Miani, Dasa Bresciani, Cristian Mersi e Diana Verch».

Quanti dei vostri hanno vestito la maglia della Nazionale?

«Io l’ho indossata dal ’71 al ’79, partecipando a tre Mondiali, a Sarajevo nel 1973, Birmingham nel 1977 e Pyongyang nel 1979, e a due Europei, a Novi Sad nel 1976 e a Duisburg nel 1978. Prima avevo disputato un Europeo Giovanile nel 1971 a Ostenda. Gli altri ad aver avuto almeno una presenza in azzurro, anche giovanile, sono stati Silvana Vesnaver, Sonja Doljak, Damjana Sedmak, Marina Cergol, Tanja Ukmar, Biserka Simoneta, Monika Radovic, Katja, Nina, Vanja e Martina Milic, Lisa Ridolfi, Stefano Rotella, Eva Carli Francesco Trevisan e Matteo Parenzan. Erik Paulina ha partecipato a degli stage».

Quest’anno quante squadre avrete?

«Quattordici fra nazionali e regionali, più quattro giovanili. Sul fronte nazionale avremo la A2  e la B femminili e la B2 maschile. In A2 giocheranno la nostra ultima arrivata, la 18enne Irene Favaretto, che è cresciuta nel Tennistavolo Vallecamonica, Martina e Vanja Milic ed Eva Carli e in B saremo la 13enne Sara Taucer, io e Monica Mosetti. In B2 schiereremo i 17enni Luca Ceppa e Simone Fazi, il tecnico Dusan Michalka e, quando non ci saranno i concentramenti, le ragazze della A2».

Oggi chi sono i giovani più interessanti?

«Francesco Trevisan (classe 2010) è il n. 2 dei Giovanissimi in Italia ed Erik Paulina (2009) il n. 6 dei Ragazzi. Fra il paralimpici c’è il 17enne Matteo Parenzan, che, oltre ad aver conquistato tre titoli tricolori assoluti di classe 6, nel 2019 è diventato campione Europeo Under 23. Nel 2021 cercherà di qualificarsi alle Paralimpiadi di Tokyo. Da quest’anno, come ho già detto, è con noi Irene Favaretto, che fa parte, con Francesco, Erik e Matteo del Nuovo Progetto Italia. Fra i piccoli abbiamo i due classe 2012 Leonardo Trevisan, fratello di Francesco, e Jan Slavec, che finora hanno fatto solo attività promozionale. Sarà il futuro a dirci qualcosa sul loro valore».

Approfondiamo il settore paralimpico, chi sono gli altri vostri portacolori?

«Ettore Malorgio è un’istituzione e in classe 5 è imbattibile da decenni. Ha partecipato anche a due Paralimpiadi e a un Europeo. Abbiamo poi i classe 3 Roberto Trampus e Nebojsa Uzelac, il classe 2 Alen Corbatti e la new entry Diego Coren, che deve essere ancora classificato. In carrozzina siamo arrivati terzi a squadre ai Campionati Italiani».

Fra le manifestazioni che organizzate, occupa un posto speciale la Coppa Kras?

«Nel 1969 alcuni soci e consiglieri decisero di organizzare, come nella pallavolo maschile, una Coppa Kras internazionale femminile. L’edizione inaugurale fu già nel 1970, al termine della prima stagione agonistica, e vi presero parte la rappresentativa di Trieste e squadre slovene della vicina Repubblica Jugoslava. L’evento si è anche dimostrato un’occasione di confronto tecnico e la base per iniziare proficue collaborazioni con squadre di alto livello e grande tradizione. Nel 1995 abbiamo avuto l’idea di invitare delle rappresentative nazionali e hanno aderito le atlete più forti della Slovenia, la seconda squadra della Croazia e le migliori pongiste della nostra Regione. Con noi ha giocato, per la prima volta in Italia, la cinese Wang Xue Lan, che fu proclamata la migliore atleta del torneo. Alcune campionesse che hanno disputato la Coppa Kras, come la croata Andreja Bakula e la bielorussa Tatjana Kostromina, sono state protagoniste alle Olimpiadi. Nel corso del tempo abbiamo avuto anche delegazioni slovacche, ceche, ungheresi, ovviamente italiane, e, saltuariamente, austriache, inglesi e svedesi. La manifestazione in totale ha già collezionato 35 edizioni».

Sonja, la storia della società è legata a filo doppio alla vostra famiglia.

«Con mio marito Luciano ci siamo conosciuti in uno scenario sportivo e tutta la nostra vita in comune è costellata di momenti e attività sportive. Lui ha iniziato a giocare a pallavolo a 16 anni e ha smesso a 24, arrivando anche in serie C nazionale, per poi dedicarsi all’alpinismo, partecipando anche a una spedizione sull’Himalaya, alla speleologia, allo scialpinismo, al paracadutismo e, negli ultimi tempi, alle immersioni subacquee. Venendo alle nostre figlie Vanja e Martina, abbiamo cercato d’impegnarci, affinché imparassero un po’ di tutto, così le abbiamo portate fin da piccole a sciare, nuotare, in palestra a ginnastica ecc. Che poi abbiamo scelto il tennistavolo è dovuto al fatto che al Kras abbiamo lavorato bene in questa disciplina. Tutti noi viviamo ancora per questa società e non dimentichiamo le mie nipoti Katja e Nina».

Cosa rappresenta il Kras per voi?

«Un simbolo in nome del quale si raggiungono risultati, ma anche l’occasione per intrecciare rapporti e legami importanti a livello umano, allargare gli orizzonti e riconoscere valori come l’onestà, la solidarietà e l’impegno sociale e civile. Come dice Luciano, lo sport insegna che nessuno regala nulla e fa capire che non è importante essere il primo, ma essere uomo. La vita è come lo sport. Bisogna impegnarsi continuamente, rispettando le regole».

Dove svolgete l’attività?

«Nel Centro Sportivo Culturale di Sgonico. Abbiamo in gestione una palestra grande, che accoglie fino a 12 tavoli e che abbiamo sfruttato molto fin da quando abbiamo ripreso gli allenamenti il 4 giugno, e una piccola, con 6-8 tavoli fissi».

Chi allena i vostri atleti?

«Il nostro tecnico di riferimento è lo slovacco Dusan Michalka, che è con noi da sette anni. Ci conosciamo da molto tempo, perché lui ogni anno veniva con la sua società a giocare la Coppa Kras. Andavamo spesso a Topoľčany, la sua città, per svolgere degli stage, lui era anche il responsabile della Nazionale Allieve e Juniores. Ha seguito fin da quando era bambina, ed è stato il suo primo allenatore, Barbora Balazova, la n. 1 slovacca nella classifica mondiale. Quando mi ha chiesto se conoscessi qualche società italiana che avesse bisogno di un coach, ho colto la palla al balzo e gli ho proposto di venire da noi. Io sono con lui in palestra tutti i giorni. Vanja, che fa un lavoro stagionale e al momento non è impegnata, viene al mattino per occuparsi dei paralimpici. Anche Martina, che come me è laureata in Scienze Motorie e ha conseguito il diploma in tennistavolo, dà il suo contributo, assieme ad altri. Al pomeriggio abbiamo fino a tre turni, che si concludono alle ore 21. In tutto i tesserati sono 44, che svolgono tutti agonismo. I giovani sono una ventina, dai più piccoli agli juniores».

I tecnici sono sempre stati una parte importante della vostra storia?

«Certamente e infatti ne abbiamo avuti sempre di altissimo livello. Prima di Dusan avevamo il cinese Ge Ke Qiang, marito di Wang Xue Lan, la slovena Anita Tomasic e l’altro cinese Liang Feng. Io sono nata, come già detto, con Edo Bolè, che fu voluto al Kras da Zvonko Simoneta. Con lui sono cresciute anche Vesnaver, Rebula, Blazina e Zigon. È ancora tesserato per noi. Dal 1974 abbiamo avuto per oltre cinque stagioni Miha Derganc, che è diventato uno di noi. Nel 1986 è arrivato a Sgonico Matjaz Sercher, che si è fermato con noi per nove anni. Sono felice che affermi che il Kras abbia avuto un ruolo importante nella sua carriera e che ancora oggi goda per i nostri successi. Con lui ci sentiamo spesso».

Collaborate con le scuole?

«Abbiamo un rapporto consolidato con l’elementare 1° Maggio 1945, che sorge a 500 metri dalla palestra. Gli allievi vengono a fare attività da noi. Da oltre dieci anni collaboriamo anche con le scuole dell’altipiano Lona e J. Kugy, curate dall’instancabile Vinicio Divo, che è un nostro tesserato e aiuta anche il Comitato Regionale come segretario».

Hai tratto degli input dalla frequenza del corso formativo del progetto Scuole di Tennistavolo?

«Più sul fronte degli adempimenti burocratici, che sono importanti nella gestione di una società. Per la parte tecnica e organizzativa abbiamo un’esperienza acquisita negli anni che ci permette di lavorare con cognizione di causa. Giova anche sottolineare che come Kras viviamo in una piccola comunità, nella quale ci conosciamo un po’ tutti. Esistono dunque delle dinamiche che ci facilitano un certo tipo di rapporti con i potenziali utenti dei nostri servizi».

A chi si rivolgerà la vostra Scuola di Tennistavolo?

«Ci dedicheremo a tutti coloro che frequentano la nostra palestra e dunque naturalmente ai giovani che stanno crescendo e a quelli che fanno già parte delle Nazionali, ma anche a tutti coloro che, a prescindere dall’età, abbiano voglia di giocare a tennistavolo».

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