TT Eureka, la società dei genitori da cui è partita Chiara Colantoni
Come si legge sul suo sito, l’impegno del Tennistavolo Eureka è di promuovere la diffusione e la conoscenza del nostro sport a qualsiasi livello, affinchè tutti possano praticarlo, migliorarsi e confrontarsi con sano agonismo, indipendentemente da capacità, talento e passione. La società è stata fondata nel 1998 da Marco Colantoni, che ne è tuttora il presidente, e da sua moglie Carla Mercuri.
Ciao Marco, dove siete nati?
«All’interno dell’Istituto Aeronautico De Pinedo, in collaborazione con l’associazione studentesca di nome Asdad, con la quale ci siamo affiliati alla FITeT. Nel 1999 siamo usciti e ci siamo chiamati Eureka, che non deriva, a differenza di quanto pensino in molti, dall’escalamazione greca. Per puro caso un giorno ci è passato davanti un furgone di trasporti con su scritto Eureka e lo abbiamo collegato a Eur, che è ancora oggi il quartiere dove abito. Carla e io ci siamo conosciuti grazie al tennistavolo e non ci sentivamo seguiti come avremmo voluto nelle associazioni per le quali eravamo tesserati. Abbiamo cercato di creare una nuova realtà che fosse a misura nostra e che ci permettesse di divertirci assieme ai nostri amici, che a loro volta erano in altre società. All’inizio eravamo in undici, ma l’anno successivo, quando ci siamo trasferiti dalla palestra scolastica di partenza a un’altra, abbiamo fatto il botto, salendo a quota 46».
A cosa fu dovuta quell’impennata?
«Siamo stati fra i primi a credere negli amatori di tutte le età e abbiamo dato vita a dei circuiti riservati a loro. È stata una scelta che ci ha dato ragione».
Con quali squadre avete cominciato?
«In C femminile giocavano Carla Mercuri e Anna Maria Formisano e in D2 maschile eravamo io, Andrea Di Ianni, un altro amico, Massimo Celidognio, e Giuseppe Mete».
Con le donne fin dove siete arrivati?
«C’è stato un periodo in cui, avendo ben 21 tesserate, abbiamo iscritto addirittura tre compagini di serie B. Schieravamo, fra le altre mia figlia Chiara, Maria Alejandra Rojas, Marta Mastrantonio, Carla Mercuri, Ivanna Sacco, Alice Bisaccioni, Marilena Algieri e Maria Infantino. Nella stagione 2008/2009 Chiara, Mastrantonio e Rojas sono state promosse in A2, dove assieme a loro sono state impiegate Maria Teresa Pastore e la cinese Wang Ning Ning. Siamo retrocessi, per tornare su quest’anno. A marzo, quando i campionati sono stati sospesi per l’emergenza sanitaria, eravamo secondi a pari merito in B e la nostra richiesta di partecipare alla A2 è stata accettata. Potevamo contare su Rojas, sulle sorelle Giulia e Sara Varveri e su Chiara Antonietta Conidi. Quest’anno in A2 difenderanno i nostri colori Rojas, le due Varveri e Monia Franchi e in B Valeria Di Ianni, Loredana Venditti e Silvia De Bianchi. Avremo anche una C regionale».
Qual è stata l’evoluzione in campo maschile?
«Siamo cresciuti gradualmente e nel 2012/2013 ci siamo aggiudicati la B2 con Vincenzo Delli Carri, Lusiano Perez, Francesco Caldarola e Armando Costanzi. In B1 ci siamo subito classificati secondi, con Pasquale Vellucci, Antonio Morgante, il romeno Cristian Mateiu e il ragazzino Simone De Vito. Siamo rimasti in categoria fino al 2019, affidandoci anche a Gabriele Barbarito, Manuel Corradini, Fabio La Rosa, Michele Napolitano, Luca Brinchi, Pietro Iozzi e Giovanni Zavattaro. Nel 2020 eravamo secondi in B2, con Morgante, Barbarito, Brinchi e Wladimiro De Stefano, e siamo stati ammessi nuovamente in B1, che disputeremo con gli stessi quattro. In C1 andranno in campo Rosario Troilo, Pietro Iozzi e Maurizio De Zuliani. Da qualche anno abbiamo anche la A1 Veterani, con Barbarito e Morgante».
Chiara ha respirato fin da piccola l’aria della palestra?
«È andata proprio così, anche se è stata libera di scegliere altre discipline sportive. A sette anni già si allenava a tennistavolo e aveva iniziato a giocare tornei, poi a 10 ha deciso di dedicarsi con maggiore impegno e professionalità, infatti nel giro di due anni è diventata vicecampionessa italiana del settore Ragazze. Io non l’ho mai allenata, nel tempo l’hanno seguita Monia Franchi, Fabio Angiolella, Gabriele Barbarito, Roberto Migliarini e poi la russa Yuliya Markova, quando era nella categoria Ragazze, e il croato Davorin Kvesic, da Allieva, con i quali ha fatto un bel salto di qualità».
Ovviamente è stata lei la vostra atleta più vincente?
«In singolare è stata campionessa italiana juniores ed è salita sul podio in tutte le categorie giovanili. Nel 2016 e nel 2017 ha ottenuto la medaglia di bronzo nell’Assoluto. In doppio ha conquistato dieci titoli, fra i quali spiccano i quattro consecutivi nel misto assoluto con Marco Rech Daldosso e i due nel femminile assoluto con Le Thi Hong Loan e Cristiana Elena Dumitrache. A essi si aggiungono i cinque argenti e i sei bronzi, fra categorie e giovanili. A squadre ha vinto due scudetti a Castel Goffredo Da anni è un punto fisso della Nazionale, con la quale ha partecipato a Mondiali, Europei e a una miriade di Open internazionali. Fra coloro che sono ancora con noi, Rosario Troilo nella sua carriera è stato campione italiano assoluto di doppio maschile e misto e sia lui sia Antonio Morgante non si sono fatti mancare nulla fra i Veterani, come anche Gabriele Barbarito e Anna Maria Formisano, che ora però è alla KingPong, e Marta Mastrantonio, che è tesserata per il TT Avezzano. Monia Franchi ha fatto podio nel doppio femminile sia nell’Over 40 sia in terza categoria. Giulia Varveri, quando era ancora con la KingPong, in singolare si è piazzata seconda ai tricolori Giovanissimi e terza in quinta categoria e in doppio due volte terza».
Avete pongisti paralimpici?
«Michele Napolitano gioca il campionato di D3. È in classe 11 e lo scorso marzo avrebbe dovuto disputare il suo primo torneo nazionale, poi il COVID-19 ha fatto saltare tutto. A breve tessereremo un altro atleta della stessa classe e quindi potremo anche partecipare ai doppi e alle gare a squadre. Nostra intenzione è di potenziare quel settore».
Dove svolgete la vostra attività?
«Dal 2000 abbiamo una palestra all’interno dell’Istituto Alberghiero “Tor Carbone”, nella quale montiamo sette tavoli. L’anno scorso siamo anche entrati nel Liceo Artistico, dove trovano spazio altri nove tavoli. La bella novità recente è la presenza al Centro Commerciale “I Granai”, con il quale avevamo collaborato in passato, in occasione di alcuni eventi e che per noi rappresenta anche una bella opportunità di visibilità. In questi mesi con loro stiamo portando avanti il progetto “Racchette di Quartiere”, con il contributo della Regione Lazio (locandina allegata). Da fine settembre ai Granai ci è stata messa a disposizione un’area nella quale possiamo utilizzare dieci tavoli. Attualmente si allenano lì gli atleti di livello nazionale e appena le condizioni ce lo consentiranno riprenderemo l’attività con gli amatori nella nostra palestra storica, che è anche la sede delle gare di campionato. In condizioni pre COVID-19 ci allenavamo dal lunedì alla domenica, dalle ore 17 alle 20,45 e al mattino quando era possibile».
Da chi è composto il vostro staff tecnico?
«Da me, Rosario Troilo, che è il direttore tecnico, Davide Campolo e Monia Franchi, che ci occupiamo del settore giovanile. Gli amatori sono affidati ad Andrea Marra e a Franchi e gli agonisti a Gabriele Barbarito e a Wladimiro De Stefano. Troilo e Franchi possono seguire anche i paralimpici. Gli sparring sono Alejandra Rojas e Luca Brinchi. Monia funge inoltre da preparatrice atletica. Chiara ci dà una mano, compatibilmente con i suoi impegni, per far crescere i nostri ragazzi. I tesserati al momento sono 41. I giovani sono diminuiti molto, a causa della pandemia, e ci auguriamo che il loro numero possa tornare alto prossimamente. La migliore è Giulia Varveri, che occupa il quarto posto nella classifica italiana delle Allieve».
Che lavoro avete svolto nelle scuole nel corso degli anni?
«Abbiamo partecipato al progetto “Racchette di Classe” e io e Campolo, che ha anche maturato un’esperienza di animazione nei centri estivi, abbiamo svolto alcuni progetti nelle scuole elementari “D’Antona-Biagi” ed “Enzo Ferrari, che ci hanno permesso di portare in palestra diversi ragazzini».
Siete affiliati anche all’Associazione Italiana Cultura e Sport?
«In collaborazione con loro organizziamo eventi e tornei amatoriali. Dalla scorsa settimana ho anche avuto l’incarico dal presidente e onorevole Bruno Molea di direttore tecnico del settore tennistavolo per l’AICS a livello nazionale. Faccio anche parte del direttivo provinciale. Il prossimo anno si svolgeranno a Cervia gli CSIT World Sports Games, una manifestazione multidisciplinare con atleti provenienti da tutto il mondo, e coordinerò le competizioni pongistiche».
Esiste un sogno che tu stia cercando di realizzare?
«Ci penso in continuazione e ci stiamo muovendo a 360° per avere a disposizione un impianto privato, che ci renda indipendenti dai vincoli delle palestre scolastiche. Si tratta di un’esigenza che la pandemia sta rendendo un po’ per tutti sempre più necessaria. La struttura sarebbe dotata di 16-20 tavoli e rimarrebbe aperta tutti i giorni dalle 8 alle 24, permettendoci di avere lo spazio per offrire agli utenti tutti i servizi collegati alla pratica del nostro sport. Sarebbe anche una possibilità in più di lavoro per coloro che li svolgessero. Sono convinto che ci sia la richiesta per poter avere dai 500 ai 1.000 soci».
Parliamo un po’ del progetto Scuole di Tennistavolo?
«È un’iniziativa a largo spettro e durante il corso che è stato tenuto dai formatori, che abbiamo frequentato io e Troilo, realtà come la nostra hanno ricevuto conferme sulla bontà del lavoro che viene effettuato da anni. Svolgiamo attività promozionali, lavoriamo in tre impianti e abbiamo tecnici esperti e professionali. A mio parere attraverso il sito e i social media svolgiamo una comunicazione veloce e capillare. Alle società meno strutturate le lezioni dei tutor hanno trasmesso degli input molto utili, per far comprendere loro il percorso da portare a termine e l’importanza di impegnarsi ogni giorno per migliorare. Più le associazioni progrediscono e più cresce il tennistavolo».
La vostra Scuola a chi sarà rivolta?
«Dall’avviamento all’agonismo e dai paralimpici ai veterani. I nostri allenatori hanno le capacità per rapportarsi con atleti di qualsiasi livello, abilità ed età».