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TT Genova, da Mihai Bobocica ad Andrea Puppo, una storia di qualità

TT Genova, da Mihai Bobocica ad Andrea Puppo, una storia di qualità

Il Tennistavolo Genova sta per entrare negli “anta” e attraverserà la soglia il prossimo anno, essendo stato fondato nel 1981.Una storia affascinante, che si è incrociata con quella del Centro Federale di Alta Specializzazione esistente in città e ne ha tratto impulso, per poi conservare il vigore, con gli alti e i bassi legati naturalmente ai cicli, fino ai giorni nostri. Il presidente è Alberto Puppo, che, da bravo giornalista, curioso e appassionato, ci prende per mano fra le molte sfaccettature della società.

Ciao Alberto, state già pensando ai festeggiamenti?

«Speriamo che ci siano le condizioni per celebrare un anniversario così importante in modo degno. Una delle idee che ci piacerebbe realizzare sarebbe quella di organizzare un evento spettacolare, per coinvolgere tutti i personaggi importanti che hanno fatto parte della nostra associazione, alcuni dei quali sono ancora attualmente ai vertici agonistici».

Allora, diamo il via all’excursus di questi 39 anni?

«Il Tennistavolo Genova è nato da una società che si chiamava Libertas Genoa (la nuova denominazione è del 2007), che faceva parte di una galassia di associazioni tutte targate Libertas. Si occupavano del nostro sport e avevano diverse specializzazioni, alcune più orientate verso gli adulti, altre verso i giovani e altre ancora che puntavano all’alto livello. Negli anni ’70, per iniziativa soprattutto di Arnaldo Morino, il fenomeno del tennistavolo a Genova aveva preso molto piede. Il primo presidente del TT Genova è stato Gianstefano Quaglia, papà di Alessandro. Fin dall’inizio la vocazione era quella di puntare sui ragazzi. I primi a ottenere grandi risultati furono lo stesso Alessandro e i fratelli Alberto e Alessandro Pala Ciurlo. Il primo successo societario fu il titolo italiano a squadre Ragazzi, conquistato nel 1984 da Quaglia e Alessandro Pala Ciurlo. Ne sarebbero seguiti altri 78, perché da allora, i titoli vinti, a livello giovanile e di categoria, sono ben 79. E non abbiamo certo intenzione di fermarci. La nostra storia inizia sostanzialmente nel segno di Alessandro Quaglia e quasi quarant’anni dopo continua con lui protagonista come tecnico. Ma parlando degli inizi non possiamo non sottolineare una svolta determinante».

Quale fu?

«La nascita del Centro Federale di Alta Specializzazione, che rimase aperto in via Spataro dal 1994 al 1999 e creò un grande effetto volano. Era diretto da Mihai Bobocica senior. Assieme a lui, in veste di assistente, c’era già Alessandro Quaglia. Qualche anno dopo sarebbe arrivato anche Catalin Daniel Negrila. Ad accompagnare il papà era venuto il piccolo Mihai. Bobo ha cominciato a giocare per il TT Genova, che, anche grazie a lui, ha collezionato una serie enorme di titoli nazionali. L’anno d’oro fu il 1997».

Cosa accadde?

«Ottenemmo ben 10 vittorie ai Campionati Italiani, con la squadra Giovanissimi di Bobocica, Franco Carniglia e Alex Massarenti, Bobocica nel singolare e con Carniglia nel doppio, il team Ragazze di Ilaria Evangelista e Laura Pastorino, Gianbattista Casaschi nel singolare Ragazzi e con Pastorino nel misto, Pastorino nel singolare di quarta categoria e con Evangelista in doppio e Stefano Tomasi nel singolare di terza e con Pastorino anche in doppio».

Questo strapotere è andato avanti anche dopo la chiusura del Centro?

«Sì, soprattutto a livello femminile, con una nuova generazione di ragazze che ha fatto man bassa di titoli, con Sonia Collia, Valentina e Marina Fracchiolla e Silvia Vercelli, che si sono unite a Pastorino e a Evangelista. A loro si è aggiunta Valeria Zefiro, che avrebbe anche fatto parte della Nazionale giovanile e avrebbe disputato due Europei. Lei è il prototipo dell’atleta che si è costruita una carriera di ottimo livello con una grandissima applicazione. In palestra era un vero esempio. Sua mamma, Patrizia Boccacci, è stata la storica presidentessa della società, dal 2006 al 2016, e ha guidato anche il Comitato Regionale. Il grande merito di questa seconda fase di risultati va riconosciuto ad Alessandro Quaglia, che ha assunto le redini tecniche dell’associazione. In ambito dirigenziale sono stati importanti, nel periodo del Centro e anche nel successivo, Dario Della Gatta e Sergio Montisci».

Sono seguiti anni in cui il ricambio è stato più difficile?

«In quel frangente Alessandro ha lavorato moltissimo per ricreare un gruppo di atlete di ottimo livello. Fra loro c’era Clara Costadura, che ora è una campionessa di atletica leggera. Già nel 2007 si era messa al collo il bronzo nel singolare Allieve. Nel 2008/2009, nella squadra capace di vincere la A2, con Zefiro, la fortissima cinese Wang Yajing, che ha anche allenato da noi, e Collia, Alessandro aveva inserito proprio Clara e altre due giovani, Alessia Cannella e Veronica Nieddu. Attorno a loro si è riformato un primo gruppo di ragazzini promettenti: mio figlio Enrico, Fabio Maccagno, Danilo Mirata, Andrea Rattazzi e Davide e Caterina Muià. Impossibile non citare anche Davide Bertazzoni, Reda Bel Khal e Federico Bottaro, che avevano qualche anno in più. Davide, dopo essere stato a lungo in prima squadra e al top a livello giovanile, ha aiutato Alessandro ad allenare, come anche Alessio Limongiello, una delle persone più disponibili che abbiamo mai incontrato, che ha messo la racchetta in mano a molti nostri giovanissimi. A questo proposito, mi viene in mente uno dei ricordi più emozionanti di quelle bellissime stagioni».

Quale?

«Nel 2010/2011 una delle nostre squadre è salita dalla serie D1 alla C2 e quello dall’inizio della stagione era diventato l’obiettivo che tutta la società voleva raggiungere, per offrire ai ragazzi la possibilità di crescere in un campionato più competitivo. In quella squadra, che era diventata un po’ il nostro simbolo, hanno giocato la bellezza di 11 atleti, compreso lo stesso Quaglia. Tutti si sono mobilitati per dare il loro contributo alla causa. La promozione arrivò proprio nell’ultima giornata in casa del Luigi Rum, la società dei portuali genovesi. In quel caso ci siamo sentiti veramente una comunità, una sensazione che viviamo intensamente anche oggi».

Nel 2009 avete poi giocato la A1 femminile?

«No, abbiamo rinunciato. Siamo però saliti nuovamente nel 2011/2012, con Bianca Bracco, sanremese che arrivava da Arma di Taggia, Zefiro e Costadura. Nel 2011, intanto, eravamo anche tornati a conquistare dei titoli italiani giovanili, a tre anni dall’oro a squadre Under 21 di Collia, Fracchiolla e Zefiro. Enrico Puppo e lo spezzino Edoardo Cremente, in una finale al cardiopalma del doppio Ragazzi, avevano battuto Elia Bonetti e Daniele Pinto e nel singolare Allieve Bracco aveva prevalso su Giorgia Piccolin. Nel 2012/2013 abbiamo deciso di disputare la A1. Secondo un principio al quale non abbiamo mai derogato: il tennistavolo resta uno sport individuale e i campionati a squadre devono essere uno strumento per permettere ai giocatori di esprimersi al massimo livello. In quell’occasione la A1 era il campionato adeguato ai progressi di Bianca. Era venuta con noi la romana Claudia Carassia e si erano alternate in campo Zefiro e Costadura. Siamo retrocessi e ripartiti dunque dalla A2 con la cubana Sandra Mutelier Mendez, Zefiro, Simona Soldi, Cannella e Carolina Raggi, andando ai playoff. Siamo rimasti in seconda serie fino al 2016, quando siamo scesi in B».

A livello maschile a squadre, qual è stato il vostro andamento?

«Negli anni ’90 abbiamo galleggiato tra serie A2, B1 e B2, con giocatori come Dario Perugi, Maurizio Mazzoni, Giacomo Peratti, Mirko Poggi, Carlo Sanfilippo e Mauro Sanguineti, oltre ovviamente a Quaglia e, a fine decennio, a un giovanissimo Stefano Tomasi. Poi qualche anno di difficoltà. A dare il primo impulso al cambio generazionale è stato Enrico Puppo e attorno a lui e a Bertazzoni si sono creati i presupposti per allestire una squadra competitiva. Grazie anche ai tanti atleti che, nel corso degli anni, si sono succeduti a darci una mano: Elia Bonetti, che nel 2014 si è aggiudicato i titoli italiani juniores a squadre, con Enrico e Giorgio Picardi, e di doppio con Enrico, e i romeni George Mirea e Ciprian Constantinescu. Quest’ultimo è stato giocatore e allenatore e, accanto ad Alessandro, ha contribuito all’inizio della crescita di mio figlio Andrea. E poi ancora Alessandro Soraci, che è rimasto legato a noi da un grande affetto, ricambiato. Ultimo, ma non ultimo, grande protagonista in quanto artefice fondamentale di due grandi stagioni e della storica promozione in A1 del 2019, è stato Nicholas Frigiolini».

Hai accennato ad Andrea, come non parlare dei suoi molteplici successi con la vostra maglia?

«Andrea è praticamente nato con la racchetta in mano e ha respirato l’aria del TT Genova fin da quando era piccolissimo. Con noi è stato campione italiano nel singolare Ragazzi, Allievi, e di quarta categoria e nel doppio maschile di seconda, proprio con Nicholas, e di quarta, e nel misto di quarta, oltre a inanellare una miriade di altre medaglie. Anche in Nazionale cadetti e juniores si è preso le sue soddisfazioni, con parecchi podi in singolare, in doppio e a squadre, e l’apice del titolo europeo cadetti nel misto, in coppia con la russa Arina Slautina».

Quest’anno quali squadre presenterete al via?

«Abbiamo rinunciato alla A1, nata soprattutto per far fare esperienza ad Andrea, perché, in questa situazione, sarebbe stato rischioso soprattutto dal punto di vista economico. È stata un’avventura fantastica, che ha emozionato molti appassionati e ci ha dato la possibilità di vedere con la nostra maglia un professionista straordinario come Mikhail Paikov.  Ci prendiamo una pausa. Ma l’obiettivo è tornare, senza fretta, in A1. Andrea, la massima serie, la disputerà con l’A4 Verzuolo, dove ritroverà il suo allenatore in Nazionale, Valentino Piacentini. In A2 schiereremo Enrico, Andrea Pacileo, un ragazzo di Ravello che è venuto a studiare all’Università di Genova e l’anno scorso era a Chiavari, e Matteo Gualdi, prodotto del vivaio del Villa d’Oro Modena. Avremo poi la C1, con Nicola Castellano, una delle istituzioni del tennistavolo genovese, e Gabriele Donato, che in questo periodo sta dando segni di un’enorme crescita, e Alessandro Costa, che arriva da Chiavari, tutti e due nati nel 2006. Nei campionati regionali abbiamo iscritto una squadra in C2, una in D1 e due in D2. Non avremo team femminili, in quanto le nostre migliori ragazze, Olivia Maturanza e Aurora Soriga, sono andate in prestito al TT ACSI Pisa e saranno impiegate in A2».

Chi sono i vostri giovani più promettenti?

«In campo maschile, oltre ai citati Donato e Costa, sono in grande crescita Flavio Bertolini (classe 2007) e Christian Bertini (2006), che saranno in C2 con il 22enne Andrea Gambino. Abbiamo poi un nutrito gruppo di ragazzini di età compresa fra i 7 e i 10 anni, molto motivati e con famiglie coinvolte, che fanno davvero ben sperare. Quando si potrà tornare a giocare, se continueranno con la voglia e l’impegno che hanno già dimostrato, potranno progredire rapidamente. Anche nel femminile, oltre ad Aurora e a Olivia, ci sono ottime premesse per sperare in qualcosa di positivo».

Che tipo di attività svolgete nelle scuole?

«Abbiamo un rapporto consolidato con le scuole elementari e medie dell’Istituto Comprensivo Foce. Nell’ufficio del dirigente, c’è in bella mostra la coppa vinta ai Giochi Studenteschi del 2011 a Lignano Sabbiadoro da Enrico e Filippo Maioli. La presenza di insegnanti di educazione fisica molto preparati e intraprendenti, oltre che appassionati del nostro sport, ci ha consentito di realizzare un corso all’interno dell’attività sportiva scolastica. I loro studenti venivano a fare lezione al mattino direttamente nella nostra palestra, creando un bel bacino di reclutamento per noi».

Dove vi allenate?

«Da otto anni a questa parte nella palestra di via Odero 1, dove paghiamo l’affitto ai Frati Servi di Maria. Un impianto più ampio ci aiuterebbe, ma averne comunque uno a disposizione per 24 ore al giorno per tutto l’anno è già una buona soluzione. Enrico Puppo si occupa dell’attività di base dei ragazzini principianti e affianca il direttore tecnico Alessandro Quaglia, che è maestro e diplomato Isef, nel seguire i piccoli avviati ad affacciarsi alle gare. Alessandro segue tutto il settore agonistico».

Hai un nuovo direttivo?

«È stato eletto in piena pandemia, a maggio. Il mio vice è Renato Bertolini, che è costantemente in palestra ed è una delle nostre anime. Gli altri consiglieri sono Giovanni Serra e Alessandro Quaglia e il segretario è Enrico Serinelli. Importantissimo è poi l’apporto di Anna Vitiello, che coordina le squadre dei campionati regionali e spesso aiuta Enrico anche con i ragazzi. È fondamentale avere persone intensamente coinvolte nella vita della società, se si pensa che l’anno scorso avevamo una sessantina di tesserati, una quarantina di giovanissimi impegnati nei corsi di avviamento e più o meno altrettanti adulti. Sono numeri impegnativi».

Ora avete anche ricevuto lo status di Scuola di Tennistavolo?

«Esattamente, anche se siamo ancora in attesa di capire di quale livello. Mi auguro che il riconoscimento venga concesso quanto prima, anche per offrire ai potenziali utenti una graduatoria delle Scuole, a seconda dei servizi offerti. Ho seguito personalmente le lezioni estive tenute dai formatori e in alcune mi ha affiancato Renato Bertolini. Ho trovato interessante l’approfondimento di alcuni aspetti metodologici e gli spunti sugli strumenti da usare per aprire maggiormente all’esterno le nostre società, oltre alle dinamiche da instaurare con le diverse fasce di atleti, in base alle aspettative, per condividere con loro esperienze gratificanti. Dal momento che siamo uno sport olimpico, e dunque il nostro obiettivo è soprattutto quello di puntare all’alto livello, avrei però apprezzato, un taglio, e più in generale un progetto, più mirato a chi lavori con il settore giovanile».

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