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TT Coniolo, una società che è anche una famiglia

TT Coniolo, una società che è anche una famiglia

Coniolo è una frazione di Orzinuovi, un paesino di 800 abitanti. Pochi, ma buoni, visto che proprio lì  ha trovato la forza di nascere e sta crescendo una società che inculca i sani principi del tennistavolo soprattutto in un gruppo di ragazzini svegli e desiderosi d’imparare. Il merito è in gran parte della factorum Francesca De Vincenzi, moglie del presidente Massimo Zucchi e mamma di Marcella, Rossana e Giulio. Grazie anche a loro il nostro sport è diventato una passione di famiglia.

Ciao Francesca, quando è nato il Tennistavolo Coniolo?

«Come inizio dell’attività risaliamo al 2010, ma come esperienza all’interno della FITeT questo è il nostro quinto anno di affiliazione. Su richiesta del parroco di San Michele, Don Domenico Amidani, secondo il quale a Coniolo l’oratorio era un po’ spento, è venuta l’idea di organizzare un torneo di ping pong e per combinazione abbiamo conosciuto una persona che era legata a un’altra società del territorio, il Tennistavolo Montichiari. Io e la mia amica Ombretta Casagrande abbiamo cominciato a giocare per questa associazione in serie C, anche perché c’era una certa carenza di donne in zona, però complessivamente a Coniolo operavamo soltanto all’interno del Centro Sportivo Italiano, per lo più per divertirci fra adulti. Con il passare del tempo, la cosa si è evoluta».

In quale direzione?

«L’affluenza dei ragazzi è aumentata e ci siamo resi conto che, per stimolarli e per garantire loro un impegno più interessante, avremmo dovuto creare le basi per un’attività più strutturata. Abbiamo dunque deciso di affiliarci alla FITeT, partendo dalla C femminile, nella quale giocavamo io e Ombretta, e dalla D2 maschile. Nel gruppo femminile sono poi arrivate mia figlia Marcella Zucchi, classe 2003, e Nicole Galli, del 2005, che abbiamo impiegato in D. In avvio svolgevamo solo un allenamento alla settimana e avevamo una quindicina di atleti dal settore Giovanissimi agli Allievi».

Quando inizieranno i campionati nel 2021, quante squadre schiererete?

«In C saremo impegnate io e Ombretta e in D Marcella e Nicole, alle quali aggiungeremo, a seconda delle necessità e delle opportunità, le più giovani Martina Bonfadini e l’altra mia figlia Rossana, del 2009, Alessia Bachari, del 2008, e Maria Consolandi, del 2010. In D1 avremo il 18enne Mattia Sandrini e il 28enne Damiano Zanardi, che sono cresciuti con noi, e il 27enne cremonese Riccardo Mereni, uno degli ultimi innesti. Una compagine di D2 allineerà il quartetto ormai consolidato composto da mio figlio Giulio, Alberto Linguanti e Filippo Ghidini, del 2005, e Luca Toresini, del 2000. Sono tutti nati con noi e sono amici in campo e fuori. La promozione che hanno ottenuto mi è veramente piaciuta, per l’atteggiamento di grande convinzione che ho sempre visto in loro. Nell’altro team di D2 troveranno spazio certamente Luca Sandrini, classe 2007, e Michele Tarletti, del 2004. Avremo poi anche una D3, che definisco la serie dello svezzamento, non per nulla sono una veterinaria».

Chi svezzerete?

«Citerei Simone Bettelli (2010), che è sempre pronto alla sfida, Nicola Simonelli (2008), che non aspetta altro che sbocciare, Cesare Bonetti (2010), la nostra “manina di velluto”, Federico Costa (2008), che, se rimanesse un po’ più composto, avrebbe un top che non vedrebbe arrivare nessuno, Marco Arcari (2007), che non molla mai, Marco Mineo (2010), che, se fosse veloce di braccio e di gambe come la sua lingua, sarebbe inarrestabile, Andrea Galli (2008), che è entrato da pochi mesi nel gruppo ed è tenace come la sorella Nicole, e Andrea Facchetti (2008), che, a suo dire, non ce la fa mai e poi ci riesce sempre».

Individualmente chi si è messo maggiormente in mostra?

«Mattia Sandrini nel 2019 ha sfiorato il podio, uscendo nei quarti di finale, ai Campionati Italiani di quinta categoria a Riccione e si è piazzato secondo fra gli Juniores ai Regionali di Pisogne. Suo fratello Luca nel 2018 è stato campione regionale Giovanissimi a Coccaglio e si è qualificato ai tricolori di Terni, nei quali si è classificato sedicesimo. Nel 2019 a Pisogne è stato terzo fra i Ragazzi. Marcella Zucchi ai Regionali di Coccaglio del 2018 si è piazzata seconda fra le Allieve ed è poi andata ai nazionali di Terni. Rossana Zucchi ai Regionali di Pisogne ha vinto la medaglia d’argento fra le Giovanissime. Ha anche rappresentato la Lombardia al Trofeo CONI del 2019 a Isola Capo Rizzuto. Nella graduatoria lombarda negli ultimi tre anni siamo stati la quarta, la sesta e la terza società giovanile. Sono molto orgogliosa di questi risultati, ottenuti in così pochi anni di attività. In questo 2020 stavamo preparando le squadre da mandare agli Italiani Giovanili, poi la pandemia ha scompaginato tutto».

Persone da ringraziare in questo percorso?

«Una che certamente mi ha dato dei buoni consigli, su come muovermi nell’ambito FITeT, è stato Pinuccio Merenda, il presidente del Tennistavolo Coccaglio, con il quale abbiamo anche interagito nell’organizzazione dei tornei. È una persona appassionata, che ha colto il mio entusiasmo e mi ha aiutata, riscoprendo il piacere della collaborazione fra società, per fare qualcosa di positivo nell’interesse del nostro sport».

Hai svolto promozione nelle scuole?

«Per due anni abbiamo aderito ai progetti promosi dalla Federazione, “Racchette di Classe” e “Racchette in Classe”, e sono andata a tenere dei corsi ai bambini della scuola elementare “Salvo D’Acquisto” di Orzinuovi, dai quali sono uscite Bonfadini, Consolandi e Bachari. Già da prima, però, ho sempre avuto collaborazioni con le iniziative proposte dal Comune e ho portato il tennistavolo nelle scuole medie. Per fare conoscere il nostro sport, abbiamo sempre partecipato alla Fiera che si svolge a fine agosto a Orzinuovi. Facciamo anche propaganda attraverso i social media, mio marito e mio figlio sono molto attivi su Facebook e su Instagram. Anche il passaparola sta comunque funzionando piuttosto bene».

Avete organizzato dei tornei?

«Il primo anno una gara provinciale FITeT, il secondo una regionale, il terzo due regionali. Abbiamo anche ospitato una selezione del Ping Pong Kids regionale e alcuni stage giovanili provinciali. Nel 2019/2020 avremmo avuto un torneo nazionale, ma il restauro del Palazzetto e il COVID-19 ci hanno tarpato le ali».

Dove svolgete la vostra attività?

«In un ambiente molto familiare e rassicurante, all’interno di due strutture attigue, che sono divise da un campo da calcio. Siamo da sempre in una palestra dell’oratorio, dove possiamo montare cinque tavoli. Successivamente, nel 2016, si è aggiunta un’altra area, all’interno della scuola materna, con quattro tavoli, che utilizziamo anche in occasione dei campionati. Per i tornei ci avvaliamo del Palasport di Orzinuovi. In condizioni normali facciamo attività il martedì e il giovedì, con il gruppo dei più giovani in oratorio e con i più grandi, dopo avere fatto il riscaldamento insieme, alla materna. I tecnici siamo io, Alessandro Mineo, Marcella e mio marito Massimo, che si mette a disposizione in caso di necessità. In tutto abbiamo 12 tesserati dei settori Giovanissimi e Ragazzi e altri 10 fra Allievi e Juniores. Con alcuni adulti arriviamo a una trentina».

L’emergenza sanitaria come vi ha condizionato?

«Da marzo, per via del COVID-19, non abbiamo più potuto entrare in nessuna delle due strutture e in estate abbiamo pensato a una soluzione alternativa. Abbiamo preso a noleggio una piattaforma in legno, l’abbiamo messa nel cortile della scuola materna e coperta con una tensostruttura. Sotto abbiamo posizionato cinque tavoli, con delle aree di gioco regolamentari, e, seguendo tutte le precauzioni previste dai protocolli, ci siamo allenati fino al 15 novembre».

Motivi di gratificazione?

«I ragazzi tornano a casa sorridenti, perché in palestra si sono divertiti e i loro genitori, anche per questo motivo, ce li affidano volentieri e, quando c’è bisogno del loro intervento, non si tirano indietro».

Se dovessi esprimere un desiderio per migliorare la vostra struttura?

«Vorrei trovare una persona di fiducia, preposta ad accogliere in palestra e seguire coloro che si vogliano allenare, magari fuori dal solito orario, quando non siamo presenti io e i ragazzi che collaborano con me, per impegni di lavoro e di studio. Una figura del genere ci farebbe fare un ulteriore passo avanti importante».

Ora come vivete il coinvolgimento nel progetto Scuole di Tennistavolo?   

«Con grande trasporto. Ho frequentato con mio marito le lezioni dei formatori, alle quali ha partecipato una volta anche Mineo, e personalmente ho trovato una serie di conferme riguardo al lavoro che sto svolgendo. Ho capito che le difficoltà che ho incontrato sono state anche quelle di molti altri. Mi sono anche fatta l’idea che le società emergenti come la nostra siano le più salde sul territorio e meritino fiducia, perché, forse meglio di altre, riescono ad ampliare il movimento. È stato evidenziato che il settore femminile vada incrementato e sono perfettamente d’accordo. Continueremo a dedicare tempo ed energie soprattutto ai nostri ragazzi, con l’obiettivo di farli progredire tecnicamente. Voglio anche che acquisiscano quella “cattiveria agonistica” che permetta loro di esprimersi in campo sempre al massimo delle loro potenzialità».

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