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Muraverese TT, la società che è nata due volte

Muraverese TT, la società che è nata due volte

In una trentina d’anni di attività la Muraverese Tennistavolo si è rivelata una valida fucina di talenti, grazie all’impegno di alcune persone e alla presenza costante di due figure di riferimento come Gian Luca Mattana e Riccardo Dessì. Mattana, che ha anche appena iniziato il suo terzo mandato in Consiglio Regionale, ne è stato da sempre il presidente.

Ciao Gian Luca, ci guidi a ripercorrere le vostre origini?

«Nel 1990, assieme a Luciano Saiu, che è il presidente del Muravera, creammo altre entità nella nostra zona, per allargare il movimento. Il numero di affiliazione 1660 che abbiamo oggi apparteneva al Centro Ludico Sportivo Training Villaputzu, che dopo due anni smise. Rilevammo noi la società e ne diventai il presidente, chiamandola ASTT Sarrabus. Ero anche il vicepresidente del Muravera e nel 2004, dopo la finale scudetto, con Riccardo Dessì uscimmo e decidemmo di dare vita a una vera società autonoma. Nel 2005 siamo dunque rinati e abbiamo cominciato da soli con un nuovo gruppo dirigenziale, composto, oltreché da me e da Riccardo, da Bruno Cabras, Carlo Aledda, che ci anticipò i soldi per acquistare i tavoli, e Roberto Deiana. Queste persone per i primi cinque anni ci hanno dato una grande mano».

Da dove siete partiti?

«Dalla serie C2, ereditata dal Sarrabus. L’abbiamo disputata Riccardo, suo fratello Giovanni e io, siamo arrivati quarti e siamo stati ripescati in C1. L’anno dopo approfittammo del rientro da Parma di Gianni Gianeri, muraverese doc, e ci fu subito il primo posto, con conseguente promozione in B2. Successivamente abbiamo fatto una campagna acquisti di rafforzamento, con gli innesti di Roberto Chessa e Andrea Manis, che assieme a Riccardo, che ha sempre fatto anche il tecnico, si sono salvati. Erano anni in cui c’impegnammo anche molto per sviluppare il settore giovanile. Nella nuova categoria schierammo Dessì, Manis, Gianeri e Chessa, che si piazzarono quarti. Ci siamo rimasti fino al 2015, quando siamo saliti in B1, che è stato il punto più alto a livello maschile. Con Dessì, Marcello Porcu e il giovane Michele Buccoli retrocedemmo subito, restando in B2 fino a oggi. Nel frattempo i ragazzini del vivaio avevano iniziato a darci delle soddisfazioni».

Quali?

«La promozione in C1 del 2013, sotto la guida di Franco Esposito. In campo andavano Buccoli (classe 1998), Andrea Giorgi (1998), mio figlio Alberto (1996) e Andrea Piras (1997), con il più esperto Chessa, guidati da Alessandro Poma, ex marcozziano e alla prima esperienza come tecnico. Il terzo posto fu un ottimo risultato. Ricordo una storica rimonta a Roma, in casa del Giovanni Castello, da 1-4 a 5-4. Per la società quello è stato un anno importante, con i ragazzini capaci di ben figurare in un campionato nazionale. Poi Giorgi andò via, Buccoli passò in prima squadra e Alberto dovette farsi operare. Rimasero solo Piras e Chessa, si riaffacciò Manis e inserimmo Luigi Pusceddu (1999), proveniente da Oristano. Quando quest’anno il campionato di C1 è stato sospeso, la squadra, con Buccoli, Dessì e Piras, era seconda ed è stata ammessa alla B2».

Quando si ripartirà, dunque, avrete due compagini in B2?

«Esattamente, in una giocheranno Riccardo Lisci, Porcu e Dessì e nell’altra Piras, Buccoli e Francesco Lai. Nei campionati regionali avremo una C2, con Marco Cocco, classe 2003, Elia Licciardi, un 2005 che viene da Lanusei, Alberto Mattana e Mario Bordigoni, e due D2. In una impiegheremo i veterani e nell’altra i bambini, tutti nati nel 2009. Nel settore femminile parteciperemo alla B».

Le vostre donne come si sono comportate in passato?

«Molto bene. Siamo partiti con delle bambine e nel 2010 abbiamo disputato la B. Il terzetto era formato da mia figlia Alice e da Aurora Piras, del 2001, e da Ilenia Ariu, del 2000. Nel 2012/2013 abbiamo acquisito i diritti della A2, per far fare un’utile esperienza alle ragazzine. Siamo subito ridiscesi in B e alle tre già citate si è aggiunta Laura Diomedi di Terni. La nota lieta è stata che in quell’anno le nostre giovanissime hanno iniziato a macinare punti. La loro crescita è proseguita con l’arrivo di Sandro Poma in panchina e nel 2014/2015 ci siamo classificati secondi. Poi Ariu ha smesso di giocare e a Mattana e Piras abbiamo aggiunto, in entrata dal Quattro Mori Cagliari, Letizia Pili, del 2001. Abbiamo confermato il terzetto nel 2016/2017, mantenendo la B, e l’anno successivo siamo stati ripescati in A2, dove hanno gareggiato Alice, Aurora e la nuova arrivata, dal Quattro Mori, Giorgia Luna Aprile. Siamo retrocessi e abbiamo preso la decisione di dare in prestito al Muravera Mattana e Piras, per farle crescere. Abbiamo ripreso dalla C regionale con Eva, la mia terzogenita, e con Letizia Porcu, entrambe del 2009. Nel 2020 abbiamo fatto domanda e siamo stati ripescati in B, dove riproporremo Alice, che è rientrata con noi, assieme a sua sorella Eva e a Porcu».

Raccontami anche della vostra sezione paralimpica.

«Fra i ragazzini con cui abbiamo iniziato nel 2005 c’era anche Luca Paganelli, che è cresciuto con noi. Quando poi è arrivato Manis, che aveva già disputato dei tornei paralimpici, ci ha consigliato di classificare anche Luca. Da qualche anno abbiamo una squadra con loro due in serie A, che nel 2015 ha perso la finale scudetto contro il Frandent Group Cus Torino di Lorenzo Cordua. L’anno scorso abbiamo disputato la A2 e siamo approdati in A1, che sarà il nostro campionato di quest’anno».

Quali risultati avete ottenuto a livello individuale?

«Alice Mattana, in coppia con Carlo Rossi della Marcozzi ha vinto nel 2012 il bronzo nel misto Giovanissimi ai Campionati Italiani Giovanili. Nel 2013 Buccoli e Giorgi si sono piazzati terzi con la squadra Allievi e Riccardo Dessì è stato secondo ai Campionati Italiani Interforze. Nel 2014 Aurora Piras si è laureata campionessa nel misto Ragazzi ancora con Rossi e Piras e Mattana sono arrivate terze con la squadra Ragazze e anche nel doppio tricolore di quarta categoria. Bronzo anche per Mattana, Piras e Marco Cocco al Trofeo CONI del 2015 a Caserta. Sul fronte paralimpico nel 2014 abbiamo festeggiato il secondo posto di Manis nel singolare assoluto di classe 8 e i terzi di Paganelli nel singolare giovanile 6/10 e di Manis e Paganelli nel doppio Open 6/10. Nel 2015 Piras con Rossi ha ottenuto il bronzo nel misto Ragazzi e con Mattana il bronzo a squadre Allieve e Manis e Paganelli hanno replicato il bronzo nel doppio Open 6/10. Nel 2016 ci sono stati ancora i bronzi di Piras con Rossi nel misto Allievi e di Paganelli nel singolare di classe 7 e nel 2017 i bronzi di Piras con Rossi nel misto Juniores e di Manis nel singolare di classe 8. Nel 2018 Piras e Massimo Ferrero sono saliti sul secondo gradino del podio nel misto di terza categoria e al Ping Pong Kids Eva Mattana si è aggiudicata le prove fisiche ed è stata seconda nella classifica assoluta. Eva nel 2019 ci ha regalato il bronzo con Francesca Seu del Muravera nel doppio Giovanissime. In ambito internazionale nel 2013 alla Coppa Shardana Bonifacio, in Corsica, la Muraverese è arrivata seconda».

Oggi chi sono i giovani più interessanti?

«Mia figlia Eva è la n. 11 nella classifica italiana Ragazze e la n. 2 in Regione. In Sardegna Letizia Porcu è la n. 4 fra le Ragazze, Marco Dessì è il n. 6 fra i Giovanissimi, Samuele Camboni, Simone Cocco e Alberto Piras sono il n. 3, il n. 5 e il n. 6 fra i Ragazzi, Elia Licciardi è il n. 1 fra gli Allievi e Marco Cocco il n. 1 fra gli Juniores».

Nel corso della vostra storia avete lavorato nelle scuole?

«Abbiamo fatto un progetto scolastico parecchi anni fa, dopodiché i bambini si sono sempre avvicinati a noi essendo gli amichetti dei miei tre figli. Non è stato difficile creare delle fasce d’età e il vivaio non è mai mancato al nostro interno, fin da quando siamo nati».

Qual è la sede dei vostri allenamenti?

«Abbiamo a nostra disposizione una tensostruttura, che è di proprietà comunale e sorge nel comprensorio della palestra di viale Rinascita. C’è spazio per quattro tavoli, che rimangono sempre montati. In condizioni extra COVID-19 possiamo utilizzare l’impianto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17 alle 20,30 e il giovedì dalle 19 alle 21. Come tecnici io e Dessì abbiamo il tesserino di secondo livello. Riccardo cura il settore agonistico, mentre io mi occupo dei principianti e mio figlio Alberto, che è tecnico di base e sta frequentando il corso di secondo livello, dedica attenzione a entrambe le attività. Abbiamo 37 tesserati olimpici, dagli otto anni dei più piccoli ai 58 di Antonio Agostinelli, e due paralimpici».

Hai seguito il corso del progetto Scuole di Tennistavolo?

«Ho frequentato io stesso le lezioni organizzate dai formatori, che fin dalla prima mi hanno catturato. Le ho trovate molto interessanti e mi sono servite moltissimo. Ho ritenuto particolarmente importante la parte dedicata alla comunicazione, nella quale mi sono accorto che noi eravamo indietro rispetto ad altre realtà. Mi sono anche reso conto che in questo ambito potremmo migliorare molto, perché abbiamo parecchi ragazzi che hanno conoscenze informatiche e che ci potranno aiutare a trasmettere all’esterno quello che siamo e che possiamo fare per soddisfare le esigenze dei potenziali utenti. Organizzativamente siamo abbastanza ben strutturati, con Dessì che è il responsabile tecnico e io che mi occupo della segreteria. Alberto collabora ad entrambe le aree e anche Alice ci sta supportando in palestra. Però non ci accontentiamo e vogliamo di più, ne parlavo recentemente con mia moglie Laura, che non ha mai voluto giocare a tennistavolo, ma con la quale mi confronto spesso e che è sempre capace di darmi dei buoni consigli».

Che attività svolgerete?

«Quando potremo partire, sarebbe nostra intenzione rientrare nelle scuole e proporre un Open Day ai bambini della terza elementare dell’IC Dante Alighieri, che saranno una cinquantina, per fare svolgere loro un po’ di attività motoria e un po’ di lavoro al tavolo, per far conoscere il nostro sport. All’interno della nostra Scuola svolgeremo dei corsi di avviamento e per amatori e veterani e porteremo avanti gli allenamenti della fascia agonistica».

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