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All’Eppan Raiffeisen si gioca per vincere e anche per divertirsi

All’Eppan Raiffeisen si gioca per vincere e anche per divertirsi

Costituisce senza dubbio una delle società più attive del panorama italiano e recentemente ha collaborato all’organizzazione del Top 12 “Alperia Cup”, uno degli eventi di portata nazionale che hanno segnato la ripresa agonistica dopo il lockdown. A conferma della sua vocazione propositiva, l’Eppan Tischtennis Raiffeisen ha deciso d’investire anche nel progetto Scuole di Tennistavolo. La presiede Gabriella Filippi, che è inoltre la vicepresidente del Comitato Provinciale di Bolzano.

Ciao Gabriella, ci aiuti a ripercorrere le vostre origini?

«A fondare la società il 7 luglio 1983, assieme a Gebhard Gasser, Manfred Waldthaler, Sighard Meraner, Theo Walcher e Christine Hanni, fu Martin Kofler, all’epoca responsabile del centro giovanile di Appiano, che ne divenne anche il primo presidente. Fu spronato da alcuni rappresentanti del Comune, il tennistavolo era stato individuato come un’ottima opportunità per svolgere concretamente attività giovanile. L’obiettivo era di organizzare e trascorrere il proprio tempo libero, svolgendo uno “sport per tutti”, senza alcuna ambizione di avvicinarsi al mondo agonistico. Ben presto la società contò dai 50 ai 60 soci, che facevano a turno per poter giocare. Questa filosofia è ancora viva nella nostra società, che al fianco degli allenamenti per i ragazzi che decidono di avvicinarsi all’agonismo, organizza dei corsi per coloro che vogliono praticare il nostro sport esclusivamente come un divertimento. Al presidente Kofler nel 1996 è poi subentrato Willy Schenk».

Ricordi qualche aneddoto di quegli anni?

«All’epoca non facevo ancora parte di questa società, ma ero tesserata per la Recoaro Bolzano, l’associazione della compianta Edith Santifaller. Sono entrata solo nel 1998 e mi raccontarono come decisero di entrare in un mondo di cui nessuno aveva una conoscenza diretta. L’entusiasmo, però, fece superare diversi ostacoli, come l’acquisto dell’attrezzatura, di cui si fece carico interamente il presidente, oppure la mancanza di un tecnico che svolgesse gli allenamenti o che si occupasse di fare una sorta di promozione, trovando i giovani interessati, per portarli in palestra». 

Riusciste insomma a gettare il cuore oltre l’ostacolo?

«In effetti, nonostante le difficoltà, l’impegno, l’affiatamento e la volontà del gruppo dirigenziale hanno permesso che la società si consolidasse e trovasse i primi sostenitori, fra cui l’istituto di credito Raiffeisen, ancora oggi sponsor, il Comune di Appiano e l’Ufficio Sport della Provincia di Bolzano. Anni dopo, con l’arrivo di Knut Achilles, l’associazione si è strutturata e affiliata alla FITeT. Quando sono diventata presidente nel 2013, ho trovato una realtà decisamente valida, con la presenza di un ottimo allenatore come Vladislav Manukyan, che vantava già diversi podi e titoli nazionali».

Quali furono i vostri inizi agonistici?

«Siamo partiti dai campionati provinciali, con atleti come Valentin Gasser, Valentin Kofler, Knut Achilles, Ferdinand Ciresa, Andreas Andergassen, Helmuth Fraschio, Theo Walcher, Stefan Mutschlechner, Michael Lintner, Bernhard Hofer, Riccardo Angelini e Hannes Petermair. Fra le ragazze giocavano, invece, Svenia Achilles, Evi Rossi, Maria Dissertori, Alexandra Obkircher, Susanne Plunger, Stefanie Pardatscher e Katharina e Theresa Pichler.

A squadre, dunque, che traguardi avete raggiunto?

«L’anno scorso siamo tornati in serie B1 maschile dopo molti anni e in campo femminile è la quinta stagione che militiamo in A1, avendo raggiunto una finale e due semifinali scudetto. Soprattutto a livello femminile cerchiamo di valorizzare i prodotti del nostro vivaio, con cui abbiamo prima maturato la promozione in serie A1 e che ora sono le nostre titolari». 

E a livello individuale?

«In campo maschile gli atleti più rappresentativi sono stati Roman Schenk e  Christian Riebesel, che sono stati dei discreti terza categoria e hanno ottenuto dei buoni piazzamenti nei tornei nazionali giovanili e di categoria. Nelle ultime stagioni, con la crescita del settore maschile, fanno parte della nostra prima squadra Samuel De Chiara (paralimpico e n. 5 d’Italia classe 6/10) e Jacopo Endrizzi, attualmente al suo best ranking di n. 54 della classifica italiana. Nel settore femminile le pongiste migliori, tutte ragazze cresciute nel nostro vivaio, sono state negli anni passati Theresa Pichler, best ranking nazionale al n. 24, ed Elisa Vivarelli, che è arrivata a n. 41 d’Italia, entrambe plurimedagliate ai tornei nazionali e ai Campionati Italiani Giovanili. Sono state loro, assieme a Denisa Zancaner, che da molti anni fa parte dell’Eppan, a centrare la promozione nella massima serie. Attualmente le più forti sono Debora Vivarelli, n. 1 della classifica nazionale e n. 72 del ranking mondiale, ed Evelyn Vivarelli, n. 17 d’Italia e componente della rosa della squadra nazionale juniores. La società ha ottenuto ai Campionati Italiani Giovanili e di categoria circa 50 titoli». 

Ora quante squadre avete iscritto e in quali campionati?

«A livello nazionale abbiamo una compagine in A1 femminile, che abbiamo rinforzato, ingaggiando la campionessa ungherese Maria Fazekas, che affiancherà Debora ed Evelyn Vivarelli, l’ucraina Diana Styhar e Zancaner. Ci sono poi la B1 maschile, composta da Jason Davide Luini, Endrizzi, De Chiara e dal russo Sergey Kakorin, e quattro team provinciali, nei quali i nostri giovani iniziano a fare le loro prime esperienze».

Quali saranno gli obiettivi della stagione?

«Considerando il difficilissimo momento che stiamo attraversando, l’augurio è di poter svolgere regolarmente l’attività, anche in considerazione degli impegni presi con atleti e sponsor. Considerando l’impossibilità di avere il pubblico in palestra, inoltre, ci stiamo organizzando per le dirette streaming degli incontri di A1. Dal punto di vista agonistico, l’obiettivo sarà di ottenere la salvezza sia in A1 femminile sia in B1 maschile».

Sul fronte individuale a cosa punterete?

«Molto dipenderà dalla possibilità di organizzare eventi nazionali o internazionali. In ogni caso grande attenzione e sostegno da parte nostra saranno diretti a Debora Vivarelli, che sta cercando di qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo 2021, un traguardo molto importante a cui era già andata molto vicina prima del lockdown e del conseguente rinvio della rassegna a cinque cerchi. Evelyn, all’ultimo anno da junior, cercherà di confermarsi e completare la transizione verso il mondo senior e di diventare una pedina importante della nostra prima squadra».

Come è composto il vostro staff tecnico?

«Dal 2012, anno del ritorno di Debora nella nostra società, abbiamo affiancato al progetto di sviluppo dei giovani anche l’impegno di creare una prima squadra femminile. La direzione tecnica è stata affidata a Luini, che segue direttamente il gruppo composto dagli atleti delle prime squadre in doppie sessioni di allenamento giornaliere e nella preparazione fisica. L’arrivo di Jason Davide, che si occupa a tempo pieno degli allenamenti, è stato per noi una svolta significativa. Inoltre Samuel De Chiara, Diana Styhar ed Helmuth Fraschio si dedicano allo sviluppo di coloro che speriamo saranno i futuri atleti della società. I corsi di promozione e avviamento al tennistavolo vengono coordinati da Elisa Vivarelli».

In quale impianto vi allenate e giocate le gare?

«L’impianto nel quale, in condizioni normali, ci alleniamo giornalmente è quello della palestra della scuola media in lingua tedesca di Appiano, mentre per le atlete della serie A1, che fanno doppio allenamento giornaliero, ci appoggiamo anche al Centro Tennistavolo di Maso della Pieve a Bolzano».

In quali giorni e con quali orari tenete aperta la palestra?

«La palestra è aperta tutti i giorni, con orari diversi, dalle ore 15,30 alle ore 19,30 e due sere alla settimana anche fino alle ore 21,30, per lo svolgimento della attività per i veterani».

Come organizzate gli allenamenti?

«Per quanto riguarda gli atleti delle prime squadre, svolgono programmi individuali mirati a raggiungere gli obiettivi che si sono preposti, per questo motivo la struttura dell’allenamento varia sensibilmente in relazione al periodo e alle competizioni da preparare. Per il settore giovanile, dividiamo i ragazzi in gruppi tenendo conto in particolare dell’impegno che ognuno assume riguardo alla partecipazione agli allenamenti. I gruppi si allenano dalle 3 alle 5 volte alla settimana e, in base agli atleti che prendono parte, cerchiamo di allargare lo staff tecnico anche con sparring, per alzare la qualità dell’attività. In tutto i nostri tesserati sono un’ottantina, di cui 45 giovani».

Quali sono gli eventi che organizzate nel corso della stagione?

«Negli ultimi anni abbiamo ospitato diversi tornei sia nazionali sia provinciali. Inoltre, come società, cerchiamo di essere parte attiva negli eventi organizzati dal Comitato Regionale di Bolzano, come i Campionati Italiani 2019 e il recente Top 12 “Alperia Cup”».

Effettuate attività promozionale?

«Da svariati anni siamo presenti nelle scuole, con lo svolgimento della pratica del tennistavolo durante le ore di educazione fisica. In media riusciamo a contattare circa 250 bambini, principalmente delle elementari, che si avvicinano e provano a praticare il nostro sport fra i paesi di Appiano, Pianizza, Caldaro e San Paolo. Inoltre, cerchiamo di partecipare attivamente agli eventi promozionali che vengono organizzati dal nostro Comune».

Cosa rappresenta per voi il progetto Scuole di Tennistavolo?

«Lo riteniamo importante. Abbiamo deciso di farne parte in quanto conosciamo queste realtà già esistenti in altre discipline sportive e diventare Scuola di Tennistavolo significa dare determinate garanzie di serietà e professionalità.  Avere un marchio di qualità ha un notevole valore, sia nei confronti di chi si avvicini al nostro sport sia in sede di presentazione della società, per esempio nella ricerca di sostenitori».

Come sarete organizzati?

«Dal punto di vista pratico non vi saranno sostanziali modifiche a livello organizzativo per quanto riguarda l’offerta di allenamenti e tecnici, che continuerà a essere la stessa che stiamo proponendo da alcuni anni. Per noi risulterebbe fondamentale la possibilità che il Comune di Appiano, sempre molto vicino alla nostra realtà, ci mettesse a disposizione una struttura fissa, che ci permetterebbe di ampliare la disponibilità per gli allenamenti».

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