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Canottieri Vittorino da Feltre, il tennistavolo in una società ultracentenaria

Canottieri Vittorino da Feltre, il tennistavolo in una società ultracentenaria

È una società storica dello sport italiano, medaglia d’oro del CONI. La Canottieri Vittorino da Feltre fu fondata nel 1883 e oggi conta oltre duemila soci. Da dieci anni al suo interno, nella sede che sorge in via del Pontiere 29, sulle sponde del Po, esiste anche una sezione dedicata al tennistavolo, che oggi è guidata da Paolo Milza. Le altre discipline sono il canottaggio, il nuoto, il tennis e il calcio.

Ciao Paolo, come è entrato il nostro sport in questa grande e nobile famiglia?

«Nel 2010 il presidente Sandro Fabbri voleva aumentare l’offerta sportiva della società e ha chiamato l’amico e collega Nicola Salento, che sapeva essere appassionato di tennistavolo, e gli ha proposto di fondare una nuova sezione e di affiliarsi alla FITeT, creando così una seconda squadra a Piacenza. Nicola è stato il promotore principale di questa nuova realtà pongistica, accendendo la scintilla del cambiamento in tutti noi e vedendo nella Canottieri Vittorino da Feltre la possibilità di dare vita a un movimento che puntasse all’eccellenza. Assieme a Nicola, Davide Aimi, Silvio Carnevale, Vittorio Polastri, Marco Bongiorni, io, mio figlio Leonardo Marco Cristalli, Michele Salento, Lucia Polloni ed Edoardo Negri ci siamo staccati dal nostro vecchio club, che era lo Csen Valnure, e nel settembre 2010 abbiamo costituito la Vittorino da Feltre. Il responsabile di sezione era Giovanni Botti.

Chi vi allenava?

«Dal 2010 al 2016 il nostro allenatore è stato il cinese Chen Jia, che il primo anno giocava a Pieve Emanuele e poi è andato in Francia e in Belgio. Ci seguiva due volte alla settimana. Quando è tornato in Cina gli è subentrato Leonardo, che ha riorganizzato le modalità di allenamento e ci ha rilanciato con un nuovo impulso. Ha separato gli orari dei vari corsi (principianti, agonisti e adulti), studiato le sedute, introducendo le giornate tematiche su specifici argomenti, e organizzato anche piccoli stage. In pratica ha allargato le nostre vedute, organizzandoci come una grande società».

Con quali squadre avete iniziato l’attività agonistica?

«Siamo partiti con due compagini di serie D2. Una era composta da Aimi, Carnevale, Cristalli, Polastri e Lucia Polloni e vinse il campionato ottenendo il salto in D1. Nell’altra abbiamo giocato, Bongiorni, mio figlio Leonardo, io, Edoardo Negri e Michele Salento e ci siamo classificati al secondo posto. Abbiamo proseguito la scalata e nel 2012-2013 avevamo due compagini in C2, con Aimi, Carnevale e Salento che sono approdati in C1. Nella stagione successiva Aimi, Leonardo, Negri e Salento sono retrocessi, tornando nei campionati regionali. Per farlo crescere, abbiamo lasciato partire, a malincuore, Leonardo, che è andato al Tennistavolo San Polo».

È lui il miglior prodotto della vostra società?

«Sì perché non ha ancora compiuto 24 anni e con il San Polo è arrivato fino alla A2 e quest’anno disputerà la sua terza stagione nella seconda serie nazionale. A livello individuale, ai Campionati Italiani di terza categoria del 2018 a Terni ha conquistato la medaglia d’argento in singolare, perdendo per 3-1 in finale contro Emanuele Vasta. Nel 2019 e nel 2020 ha raggiunto i quarti nel torneo nazionale di terza di Terni».

Fra le donne?

«Le nostre atlete sono tre e Lucia Polloni, che oggi è una veterana, nel 1979 ha vinto il misto Allievi per lo Csen Valnure, in coppia con Stefano Lama del Tennistavolo Parma. La 18enne Elena Bersani si è segnalata a livello regionale. Abbiamo anche la 28enne peruviana Michelle Stefanie Wong Garcia».

Ci sono anche dei paralimpici?

«Il 14enne Jacopo Rocco ha iniziato da poco e, partendo da lui, avremmo intenzione di intensificare l’impegno nell’attività paralimpica».

Ora quante squadre avete? 

«Quest’anno ne avremo tre: una in C2, nella quale giocheremo Aimi, Carnevale, io e Bongiorni, una in D2, con Filippo Bersani, Cristalli, Negri, Polloni, Elena Bersani e Wong Garcia, e una in D3, formata da Stefano Alsoni, Alessandro Clini, Nicolò Alsoni, Gabriele Veneziani, Edoardo Rocca e Antonio Sassoli. Clini, Nicolò Alsoni, Veneziani, Rocca e Sassoli sono giovani promesse con buone attitudini coordinative. In tutto i nostri agonisti sono sedici».

Lavorate con le scuole?

«Abbiamo instaurato collaborazioni nel 2017 con l’Istituto Superiore G. Romagnosi, nel 2018 con il Liceo Melchiorre Gioia e nel 2019 con il Liceo privato San Benedetto, tutti di Piacenza».

Vi allenate nella sede della Polisportiva?

«Sì, in un campo da tennis al coperto, che utilizziamo in condivisione con i soci del tennis. Montiamo otto tavoli, che in questo periodo sono sei, e ci alleniamo il lunedì, martedì e giovedì dalle ore 18 alle 21. Il sabato pomeriggio o la domenica mattina abbiamo la disponibilità per lo svolgimento dei campionati. Il nostro responsabile tecnico è Leonardo, che è tecnico di secondo livello, ha conseguito la laurea triennale in Scienze Motorie ed è all’ultimo anno della magistrale. Io e Bongiorni siamo tecnici di base. Siamo stati noi tre a seguire il corso dei formatori nell’ambito del progetto Scuole di Tennistavolo».

Cosa rappresenta per voi questa iniziativa?

«Uno stimolo per riorganizzarci e strutturarci meglio, sia sotto l’aspetto dirigenziale, sia dal punto di vista tecnico, e ripensare l’inserimento di nuovi ruoli all’interno della nostra società. Gli atleti prima pensavano soltanto a giocare e ora sono stati coinvolti maggiormente, per occuparsi della comunicazione sui social e della gestione della palestra. Cercheremo di essere pronti quando la nostra Scuola sarà avviata. Per quanto mi riguarda, sono nel mondo del tennistavolo da parecchio tempo e questo è l’unico progetto integrato della nostra Federazione che io ricordi, perché tocca tutti i settori di attività delle società, che in questo modo hanno veramente gli strumenti per crescere in modo complessivo».

Che programmi avrà la vostra Scuola? 

«Abbiamo fatto richiesta di una Scuola di secondo livello. Il nostro obiettivo principale è di continuare a svolgere il corso per i ragazzi e quello per gli amatori adulti, puntando a far progredire i nostri giovani e a dare loro l’opportunità di emergere anche sul fronte agonistico, per arrivare, fra qualche tempo, a organizzare un corso di alto livello».

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