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Al Raimondo D’Aronco il tennistavolo rosa è di casa

Al Raimondo D’Aronco il tennistavolo rosa è di casa

È un vero inno al movimento giovanile, con un’attenzione particolare al settore femminile. Il Tennistavolo Gemona Associazione Sportiva Dilettantistica Culturale Ricreativa Raimondo D’Aronco da oltre 15 anni ha chiari i suoi obiettivi, sotto la guida illuminata di Marcello Ciancio, che è presidente dal 2012, dopo esserlo già stato fino al 2009 e aver guidato per un anno il Consiglio Regionale, e funge anche da direttore tecnico. È inoltre il delegato provinciale di Pordenone.

Ciao Marcello, torniamo indietro a un ventennio fa?

«Nel 2000 siamo nati come sottosezione del TT Udine 2000, di cui ero il tecnico. Subito dopo Giulio Venier ha vinto la medaglia di bronzo al Trofeo Teverino nel doppio misto con Eleonora Moro, una bambina di Udine che seguivo io e che si è anche piazzata seconda nel singolare. Quel risultato è stato un po’ di stimolo per ciò che è venuto dopo, quando nel 2005 siamo diventati autonomi, fondando la società attuale. Eravamo io, Enrico Venier, il papà di Giulio, e l’allora preside dell’ISIS “Raimondo D’Aronco” di Gemona, Bruno Seravalli, il cui ruolo fu fondamentale, perché ci autorizzò a fare allenare nel pomeriggio i nostri bambini nell’atrio, anche se non frequentavano la sua scuola».

All’inizio chi erano i vostri praticanti?

«Erano i piccoli delle primarie, perchè c’era il maestro Anselmo Picco che faceva giocare i suoi allievi a ping pong e quando ha saputo che noi facevamo attività ci ha contattato. Sono così andato nelle scuole di Gemona e di Ospedaletto a tenere dei corsi e poi i bambini sono venuti in palestra da noi. In questo modo abbiamo creato un settore giovanile piuttosto numeroso. Successivamente abbiamo effettuato delle lezioni anche in tutti gli altri paesi limitrofi. Negli anni più favorevoli abbiamo raggiunto anche i 70 tesserati. Oggi ne abbiamo una cinquantina».

Quali sono stati i risultati più recenti?

«Nel 2019 al Ping Pong Kids Anna Nenis, classe 2009, si è aggiudicata l’oro nelle prove motorie e Sara Bellina, del 2008, è entrata nelle migliori otto del torneo di singolare. Venendo ai Campionati Studenteschi nazionali, la scuola nella quale lavoro, la ISIS “Magrini Marchetti” di Gemona, si è piazzata quinta nel 2017 e sesta nel 2019, con le mie allieve Jessica Tavano, Teresa Palese ed Elena Chiaruttini».

Cosa insegni?

«Matematica, però visto che abbiamo anche il Liceo Sportivo, faccio l’esperto esterno per il tennistavolo e per l’orienteering».

Altri podi ai quali sei rimasto legato?

«Nel 2014 Lara Posega ai Campionati Italiani di quinta categoria ha conquistato il titolo nel doppio misto con Stefano Bornia, l’argento nel doppio femminile con Andrea Franz, che è cresciuta da noi, e il bronzo in singolare. Anna Gubiani è arrivata nei quarti ai tricolori Ragazze nel 2010 e Juniores nel 2015. C’è un altro dato che mi piace ricordare, non è un traguardo agonistico, ma è molto significativo: tre anni fa siamo stati la quarta società d’Italia per numero di femmine tesserate, un record, che peraltro sottolinea quella che al nostro interno è una tendenza consolidata».

A squadre quali campionati avete disputato?

«Nel maschile abbiamo continuato a fare la spola fra D1 e C2, mentre nel femminile abbiamo avuto per sei anni di fila la compagine di serie B, che era composta dalle già citate Tavano, Palese, Gubiani, Franz,  Posega e anche da Elena Chiaruttini. Abbiamo avuto la soddisfazione di aver centrato l’obiettivo facendo leva sul nostro settore giovanile. Dopo essere retrocessi, nella stagione passata avevamo ambizioni di risalita, ma il lockdown ha frustrato le nostre speranze».

Quest’anno che team avrete?

«Nel femminile tre saranno in serie C e tre in D, nel maschile due in D1, una in D2 e due in D3. In più avremo sei squadre nei campionati giovanili».

Su quali giovani puntate maggiormente?

«Fra i maschi abbiamo il 14enne Pietro Ziani, che è il n. 3 fra gli Allievi in Regione, e il 17enne Francesco Rossi, il n. 8 degli Juniores. Fra le femmine le già citate 11enne Nenis e 12enne Bellina sono n. 4 e n. 6 fra le Ragazze friulane e la 12enne Elisa Copetti è la n. 3 e la n. 24 in Italia. La 14enne Arianna Santoriello è seconda fra le Allieve. Tutte e quattro esordiranno in C. Fra le più piccole si segnalano Anna Brollo, che ha 9 anni ed è la n. 24 fra le Giovanissime in Italia, Giorgia Bellina e Pajko Mubera, che hanno 10 anni, e l’11enne Irene Ermacora».

Salendo d’età, avete anche la juniores Chiaruttini?

«Ha solo 15 anni e sarà la mia vice-allenatrice, assieme alla 21enne Ester Londero, che, dopo l’esperienza di un anno in Germania, è rientrata e si è iscritta all’Università a Trieste. A questo proposito, posso fare una considerazione?».

Certamente.

«In altri sport esiste la possibilità, quando si arriva a 15-16 anni, di seguire i corsi per tecnici e prendere un tesserino provvisorio, che poi diventa ufficiale al compimento del 18° anno. A mio parere questa possibilità rappresenterebbe uno sprone importante in un periodo delicato della vita dei ragazzi, in cui l’abbandono è un pericolo concreto. Chi non ha più piacere di giocare, potrebbe rimanere in società, facendo da chioccia ai più piccoli, e magari, con il passare del tempo, qualcuno potrebbe ritrovare le motivazioni giuste sul fronte agonistico».

Chi c’è nel tuo staff, oltre a Chiaruttini e Londero?

«Due atleti che hanno giocato in C1 con Udine 2000, Cristian Pascolo e Matteo Moro, che mi danno una mano nei turni serali, all’uscita dal lavoro. In più ha appena conseguito il tesserino di primo livello Marco Ziani, che nei fine settimana mi ha dato la sua disponibilità per organizzare degli stage giovanili».

Avete in previsione attività nelle scuole?

«Quest’anno tutti gli istituti del Friuli Venezia Giulia stanno evitando nel modo più assoluto di ammettere persone esterne nei loro locali. Alcuni Comuni non danno neppure la disponibilità delle palestre alle società in orario non curriculare. Per quanto ci riguarda, abbiamo ripreso gli allenamenti da pochi giorni».

In quale sede?

«All’ISIS “Magrini Marchetti” facciamo attività sia per noi sia per i ragazzi della scuola che vogliamo partecipare, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Il giovedì utilizziamo una palestrina a Buja, a una decina di chilometri da Gemona, perché abbiamo dei tesserati che risiedono là. Il turno pomeridiano, dalle 17 alle 18,30, è riservato ai bambini e quello serale, dalle 19 alle 20,30, ai ragazzi un po’ più grandi».

Chi collabora con te nel consiglio direttivo?

«La mia vice Katja Macorig è una persona molto operativa e mi sta dando una grande mano. È la mamma di Anna Nenis e nel direttivo ci sono anche Roberta Vale ed Erika Stroili, che sono le mamme di Elena Chiaruttini e di Irene Ermacora, e Amadio Brollo, che è il nonno di Anna. Anche loro stanno lavorando molto bene. Io come tecnico e Katja come dirigente abbiamo seguito il corso di formazione delle Scuole di Tennistavolo».

Come lo avete trovato?

«Molto interessante. Katja ha scoperto dei contenuti che l’hanno certamente arricchita  e per me, che ero già a conoscenza di determinati aspetti, è stato importante per puntualizzarli e inserirli in un quadro d’insieme chiaro, che stimola nuove idee a livello organizzativo e di progetto».

Quali indicazioni ritieni che vi saranno più utili? 

«La maggior parte delle società, come la nostra, è gestita da volontari, che non hanno conoscenze approfondite degli adempimenti burocratici che sono necessari per essere in regola con le normative. Avere un’idea di quali siano le esigenze da soddisfare per tenere tutto sotto controllo è invece fondamentale e il corso ci ha fornito chiarimenti che ci consentiranno di operare meglio rispetto a quanto abbiamo fatto finora e quindi anche di essere più tranquilli in caso di eventuali verifiche. Mi è sembrato anche molto significativo puntare sulla progettazione, sulla definizione degli obiettivi e su come cercare di raggiungerli. Spesso quando si lavora, è talmente importante riuscire a svolgere l’ordinaria amministrazione, che si perdono di vista i traguardi più lontani. Il problema è che volando bassi non ci saranno prospettive di miglioramento. Porsi degli obiettivi aiuta a farsi venire delle idee, che possono concretizzarsi o no, ma intanto ci portano ad aprirci a nuove soluzioni e a non rimanere fossilizzati. Il corso, in quest’ottica, ci ha insegnato a ragionare con un respiro più ampio».

Che Scuola avete in mente?

«Ritengo che sia fondamentale avere un buon gruppo di riferimento. Alcune società pensano che sia importante solo il lavoro sull’elite, ma si arriva all’elite solo se si ha una base solida. Noi invece puntiamo a fare promozione, andando nelle scuole e facendo venire i ragazzi in palestra, per creare un gruppo che cresca insieme. L’altra mira storica per noi è il settore femminile. Una volta costruito un bel manipolo di adolescenti, sarà più facile lavorare di più sulla tecnica con chi avrà voglia di farlo».

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