TT Torino, un esempio ai massimi livelli e con un vivaio sempre competitivo
In oltre 30 anni di vita ha scritto pagine significative nella storia del tennistavolo italiano. Il Tennistavolo Torino è nato nel 1998, proseguendo l’attività del Dopolavoro Poste, che aveva visto la luce nel 1986. Un ruolo importante alle origini e nel corso del suo sviluppo fu giocato dall’attuale presidente federale Renato Di Napoli. Ci aiutano a sfogliare le pagine di un libro ricco di spunti interessanti la dirigente Antonella Di Napoli e il nuovo direttore tecnico Domenico Colucci, che ha sostituito Andrea Paiola ed è buon conoscitore della società, essendo già stato tesserato dal 2005 al 2009.
Ciao Antonella, come s’innestò il tennistavolo nel panorama sportivo del Dopolavoro Poste?
«Papà aveva giocato a ping pong a Napoli, la sua città, nell’Argo e nello Stetan, e nel 1980 si trasferì a Torino e fu assunto alle Poste. Sei anni dopo venne a conoscenza di una circolare che Antonio Muraglia, un dipendente dell’Azienda di Stato dei Servizi Telefonici, aveva suggerito alla dirigenza di inviare a tutto il personale delle Poste, per sondare l’interesse ad aprire una sezione riservata al nostro sport, e rispose con entusiasmo. Il Dopolavoro Poste si affiliò così alla FITeT e iscrisse una squadra alla serie D2. Fin dall’inizio si diede alla società una struttura tecnica. Il primo allenatore fu Giovanni Greco e poi arrivò anche da Palermo il maestro cinese Xu Fang, tuttora presente. Nella nostra filosofia fin dall’inizio ha avuto un ruolo fondamentale la cura del settore giovanile».
Quale fu il seguito?
«Nel giro di poche stagioni ci furono i primi risultati, con la salita in C1, grazie a Pierluigi Bassoli, che è stato il nostro atleta più longevo, Gaetano Di Cesare, Claudio Baiocchi, Marco Pili e Walter Fresch. Altri giocatori molto importanti sono stati Domenico Astegiano e Gianluca Bilucaglia. In quel periodo sono entrati e sono ancora con noi, due pilastri come Manuela Baderna ed Enrico Scano. Nel 1989 venne creata anche la sezione femminile, che partì dalle serie regionali e arrivò velocemente in quelle nazionali. Poi il Dopolavoro Poste dovette chiudere i battenti e papà fondò il TT Torino, con la sede agonistica che da allora è rimasta fissata nella palestra di via Tempia 8. Fin dall’inizio ha potuto contare su un aiuto fondamentale da parte di Walter Broglio. Oltre a lui fu ingaggiato il grande tecnico russo Sergey Vlasov, che venne in Italia assieme alla famiglia. Anche il giovane figlio Grigory, dunque, iniziò a giocare per il TT Torino. Un altro tecnico russo che ha lavorato per noi è stato Vladimir Lutsenko».
L’ascesa è continuata?
«Assolutamente sì e la prima squadra maschile nel 2002-2003 ha raggiunto la A1. Sono seguiti due campionati di assestamento, in cui, fra gli altri, hanno indossato la maglia del TT Torino anche Umberto Giardina, n. 4 della classifica italiana, i fratelli Alessandro e Gianbattista Casaschi, “Il Conte” Guido Aliberti, il russo Vladimir Sych, Daniele Sabatino, Alessandro Soraci, Francesco Lucesoli e Marcello Mondello. Fra gli atleti che sono cresciuti con noi in quel periodo ci sono stati Andrea Nucibella ed Eugenio Panzera. Nel 2005/2006 Vlassov, il cinese Zhao Rui Guang, il molisano Romualdo Manna e il varesino Simone Spinicchia, allenati da Jiang Zi Long, altra figura determinante al nostro interno, e da Walter Broglio, si sono classificati terzi al termine della regular season, qualificandosi per una storica prima semifinale scudetto. L’anno successivo, nel quale Andrea Paiola è stato nominato direttore tecnico e Walter Broglio, vera colonna portante, ha lasciato la società, il quarto posto di Vlasov, Zhao e Spinicchia ha fruttato il secondo accesso ai playoff. Nel 2008 è arrivato il maestro romeno Mihai Bobocica senior, che ha portato il suo grande patrimonio di esperienza».
Quanto è durata l’avventura in A1?
«Fino al 2010 e protagonisti sono stati i cinesi Chen Jia, Chen Yu Wei e Liu Jianxu, il ceco Frantisek Krcil, il romeno Laurentiu Capra e Alberto Margarone. Dopo la retrocessione si è ripartiti dalla B1, con l’allenatore-giocatore Capra, Fabio Franco e Marcello Cardea. Nel 2014, il 15enne Daniele Pinto, Jiang Zilong, Nicholas Frigiolin, Cardea, Eugenio Panzera e Simone Bonamin hanno conquistato la promozione in A2 e nel 2015/2016 nella squadra ripescata in A1 ha giocato il terzetto azzurro giovanile composto da Pinto, Jordy Piccolin e Frigiolini. La stagione successiva è stata di nuovo in A2, con in campo Gabriele Piciulin, Gabriele Vicario e Andrea Corazza, che sono retrocessi in B1. Dopo una discesa in B2 e un immediato ritorno in B1, nel 2020 alla sospensione eravamo in testa, con Frigiolini, Federico Vallino Costassa e Cardea e siamo dunque stati ammessi in A2».
Qual è stato, invece, il percorso delle ragazze?
«All’inizio degli anni 2000 abbiamo raggiunto la serie A unificata e non siamo mai scese al di sotto della A2 fino al 2009, con atlete come Shen Yanfei, che è stata poi naturalizzata spagnola ed è diventata numero 1 d’Europa, Feng Wei, Manuela Daniele, io stessa, Elisa Marzolla, l’ucraina Zoya Pogoryelova, le cinesi Ren Nan, Wu Xiaojing e Xu Yi Yan, Erika Pinotti e Alessia Tarallo. Nel 2010 io, Tarallo e Xu Yi Yan siamo risalite in A2 e nel 2012 Tian Jing, con 19 vittorie su venti partite disputate, io e Tarallo abbiamo portato la squadra ai playoff, che non si sono concretizzati nella promozione. Sono seguite quattro stagioni in B, con me, Tarallo, Giuseppina Cacace, Carmela Castro, Alice Marchio, Elisa Marzolla e Martina Nino e nel 2016/2017 eravamo di nuovo in A2, con Rossella Scardigno, Nino e Castro. Nel 2018 l’ucraina Natalia Riabchenko, Nino e Daniele ci hanno condotti in A1, un’esperienza durata un anno».
Difficile riepilogare tutti i risultati di spicco individuali?
«In totale abbiamo conquistato circa 80 medaglie ai Campionati Italiani, Assoluti, di categoria, Giovanili, Veterani e paralimpici. Impossibile non cominciare da Nikoleta Stefanova, la pongista italiana più titolata di sempre, che con il TT Torino dal 2000 al 2002 si è aggiudicata cinque ori tricolori assoluti (due in singolare, due nel misto e uno nel doppio femminile) e nove ori e un argento giovanili. Io sono stata campionessa italiana juniores nel 2004 e l’anno precedente ero stata argento. Ho ottenuto anche due bronzi fra le Allieve e altre medaglie fra Giovanissime e Ragazze. Nel 2006 ho conquistato il bronzo nel singolare di seconda categoria. Umberto Giardina, prima di venire da noi, nel 2000 ha contribuito allo storico bronzo a squadre ai Mondiali di Kuala Lumpur, e dopo di noi, nel 2008, è stato campione d’Italia assoluto, oltre ad aver centrato una marea di altri podi. Daniele Pinto si è messo al collo il bronzo nel doppio cadetti degli Europei Giovanili con Carlo Rossi nel 2014 e nel 2016 è stato oro a squadre juniores, con, tra gli altri, Gabriele Piciulin, e argento in doppio con Antonino Amato. In ambito nazionale Daniele ha collezionato una miriade di medaglie, le ultime delle quali sono state il bronzo assoluto e di seconda categoria nel 2019. Stesso discorso per Jordy Piccolin, che prima di giocare per noi era stato oro a squadre continentale juniores nel 2013. Simone Spinicchia, anche lui azzurro, nel 2005 e nel 2006 è stato argento e bronzo agli Assoluti, nel 2005 oro in seconda categoria e nel 2015 argento. Nel 2019 è stato campione di doppio di seconda con Francesco Lucesoli. Sono saliti sui podi giovanili e di categoria Alessandro Bertagna, Simone Bonamin, Laura Pastorino, Giambattista Casaschi, Daniele Sabatino, Eugenio Panzera, Debora Balboni, Manuela Daniele, Xu Yi Yan, Andrea Corazza, Francesco Bonfioli, Alessandro Pizzi e, più recentemente Jacopo e Giorgia Sulis, Federico Vallino Costassa, Andrea Giai, Alessio Amerio, Emma e Chiara Sereno Regis, Miriam Benedetta Carnovale, Stella Frisone, Teresa D’Ercole, Anastasia De Costanzo e Rebecca Fanizza. Fra i Veterani si segnalano Manuela Baderna, Xu Fang, Gianmaria Franceschini e Claudio Baiocchi».
Capitolo a parte merita il settore paralimpico.
«Per un lungo periodo è stato coordinato da Patrizia Saccà, vincitrice del bronzo a squadre alle Paralimpiadi di Barcellona nel 1992, di due argenti e cinque bronzi europei e di un bronzo mondiale. Con lei sono cresciuti, fra l’altro, Elena Manzi, Francesco Baggio e Simone Stara, che sono stati anche protagonisti sul fronte internazionale. Il punto più alto per la società è stato raggiunto alle Paralimpiadi di Pechino 2008, con ben quattro atleti, Saccà, Salvatore Caci, Nicola Molitierno e Manfredi Paolo Baroncelli, in gara. Era andato vicino alla qualificazione Davide Scazzieri. Nella stagione 2011/2012 è stata tesserata per il TT Torino anche l’altra campionessa Michela Brunelli. Al momento non abbiamo agonisti e stiamo ripartendo da ragazzi alle prime armi, con l’obiettivo di ricreare un bel gruppo di praticanti».
Domenico, in questa stagione, dunque, quali squadre presenterete?
«Avremo la prima squadra maschile di A2, composta da Gabriele Piciulin, Federico Vallino Costassa, Antonio Giordano e Marcello Cardea, la B2, con Xu Fang, Andrea Giai, Stefano Fanizza e Stella Frisone, e la C1, con Giulio Olivero, Alessio Amerio, Riccardo Giaccaglia, Teresa D’Ercole e Anastasia De Costanzo. Le compagini nazionali femminili saranno in A2, con Miriam Benedetta Carnovale, Stella Frisone, Teresa D’Ercole e Anastasia De Costanzo, e in B, con Emma Sereno Regis, che ad anno in corso potrebbe passare in A2, Rebecca Fanizza, Marta Riva Rivot e Mara Dompè. Tecnicamente io mi occuperò delle due A2, Xu Fang seguirà la B2, Piermaria Demichelis la C1 e Matteo Vallino Costassa la B. Nei campionati regionali abbiamo iscritto due compagini in C2, due in D2 e due in D3».
Quali sono i giovani più interessanti?
«Federico Vallino Costassa è il campione italiano Allievi e rappresenta uno dei migliori talenti italiani. Si allena con un’intensità, una voglia e una passione che sono esemplari. È un lavoratore instancabile. In A2 con lui giocherà, come detto, l’altro junior Antonio Giordano e sono molto contento del suo arrivo, perché l’ho visto crescere. Un altro giovane che ha vinto molto e su cui puntiamo è Andrea Giai. Il più piccolo del nostro primo gruppo del settore giovanile è l’Allievo Riccardo Giaccaglia e con lui stiamo lavorando molto sotto l’aspetto fisico. Nel settore femminile Emma Sereno Regis è la n. 1 della classifica nazionale Allieve. S’impegna con una serietà e un’attenzione che raramente ho riscontrato nella mia esperienza. Se continuerà con questo atteggiamento, avrà un futuro sportivo roseo. Fra le Juniores abbiamo un terzetto molto competitivo, formato da Miriam Benedetta Carnovale, Teresa D’Ercole e Anastasia De Costanzo. Se ai Campionati Italiani si giocheranno anche le competizioni a squadre, avremo una bella freccia al nostro arco».
Il TT Torino si è sempre disimpegnato bene anche sul fronte organizzativo. Quali sono state le principali manifestazioni ospitate?
«Ci sono stati parecchi eventi di alto profilo nazionale e internazionale, come il primo Top 12 Italiano (1994), l’incontro di Lega Europea Italia-Austria (1998), la finale di Lega Europea Italia-Germania (1999), i Campionati Italiani Assoluti (2000), la Lega Europea Italia-Russia (2000), la Lega Europea Italia-Svezia (2001), le amichevoli Italia-Cina (2002 e 2005), i Campionati Italiani Assoluti individuali e a squadre paralimpici (2004, 2006 e 2010), il Ping Pong Kids (2005), il match Italia-Belgio di qualificazione agli Europei femminili (2006), il Torneo Assoluto e Internazionale (2007, 2009-2010, 2011, 2012 e 2013) e i Campionati Italiani di categoria, Veterani e Paralimpici nel 2015».
Che impianto avete in via Tempia?
«È la palestra della scuola elementare “Anna Frank”. In questo momento di emergenza sanitaria abbiamo allungato la settimana di allenamento, includendo anche il sabato. Facciamo i turni e il primo gruppo, costituito dagli Under 19 che disputano i campionati, si allena tutti i giorni dalle 16,30 alle 19 e il sabato svolge una doppia seduta, al mattino dalle 9,30 alle 12 e al pomeriggio dalle 16,30 alle 19. I tecnici responsabili siamo io, Xu Fang e Gabriele Piciulin. Il gruppo “Prime racchette”, con i bambini e i ragazzi che si avvicinano al tennistavolo, fa attività il martedì e il giovedì dalle 17 alle 19 ed è seguito da Manuela Baderna, Matteo Vallino Costassa e Piermaria Demichelis. Gli agonisti che partecipano ai campionati, esclusi i componenti del settore giovanile, sono in palestra il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 19 alle 21, sotto la guida mia, di Xu Fang e di Piciulin. Gli amatori, il martedì e il giovedì dalle 19 alle 21, sono affidati a me, a Xu Fang e a Enrico Scano. A occuparsi dei paralimpici, il lunedì e il mercoledì nel primo pomeriggio, è Mara Dompè. Antonella Di Napoli per un certo periodo ha svolto un ruolo prevalentemente dirigenziale e da quando sono arrivato mi sto impegnando per riportarla in palestra. Le sue capacità di tecnico, esibite in molteplici occasioni alla guida delle rappresentative regionali e in panchina con gli atleti della società, e anche di sparring, possono giovare in modo rilevante alla nostra causa».
La società ha sempre lavorato nelle scuole, vero?
«Esiste una lunga tradizione, anche nell’ambito dei progetti federali “Racchette di Classe” e “Racchette in Classe”, che mi sono ripromesso di rinverdire. Quest’estate eravamo partiti alla grande e nel mese di luglio abbiamo svolto una bellissima esperienza, in collaborazione con il Centro Estivo della scuola che ci ospita. Abbiamo offerto a una ventina di ragazzi l’opportunità di provare il tennistavolo. Me ne sono occupato io, con il supporto delle ragazze del settore giovanile, Emma, Anastasia, Teresa e Rebecca. Avevamo intenzione di avviare un progetto con le classi della “Anna Frank”, ma il CODIV-19 ha temporaneamente bloccato tutto. Il proposito è di ripartire con l’attività promozionale non appena sarà possibile. Voglio assolutamente portare in palestra nuove leve appassionate del nostro sport, per garantire un ricambio generazionale. Al momento i nostri tesserati sono una settantina, con il settore giovanile che ammonta a una ventina di unità».
Come valuti l’opportunità del progetto Scuole di Tennistavolo in ottica TT Torino?
«Secondo me si tratta di un’iniziativa che ha una sua validità per tutte le realtà, ma in città grandi come Torino, nelle quali un giovane o un adulto che voglia avvicinarsi a una disciplina sportiva ha una grande quantità di opzioni, essere identificati come Scuola di Tennistavolo ed essere così visibili, grazie al Portale che è stato creato appositamente, è un vantaggio fondamentale. È ovvio che il percorso che le associazioni pongistiche hanno seguito ha fornito delle linee guida e dei suggerimenti, ma alcune lavoravano già prima del progetto come delle vere e proprie Scuole. Tutte dovranno ora impegnarsi al massimo, per porre in atto una serie di servizi che sia all’insegna della professionalità e all’altezza delle aspettative dei potenziali utenti che si rivolgano a loro. Ho notato che in passato l’accoglienza in palestra veniva vissuta come un dettaglio secondario ed era affidata al tecnico, al dirigente o al socio di turno, che aveva qualche momento libero per dedicarvisi. Da quest’anno a livello nazionale ci si è resi conto dell’importanza di questo aspetto, perché la prima impressione di una persona che per la prima volta metta il piede in palestra è determinante. Sono dunque molto contento che il TT Torino abbia deciso d’investire in questa direzione, introducendo persone nuove, empatiche e, appunto, accoglienti, che si dedichino a dare il benvenuto ai nuovi arrivati e a presentare loro l’attività nel modo più coinvolgente possibile».